Messina

Giovedì 28 Novembre 2024

Messina, porto di Tremestieri, fondi a rischio. Quelli dell’Authority in scadenza

«Non la possiamo considerare un’opera compensativa». Nemmeno Mario Mega, presidente dell’Autorità di Sistema dello Stretto, non vuole che si arrivi ad un finanziamento “postdatato”. L’ingegnere pugliese concorda con il segretario della Uil Ivan Tripodi che lo ha “stuzzicato” sul completamento della grande opera marittima, per la quale mancano all’appello 35 milioni di euro. L’ipotesi che quei fondi potessero saltare fuori fra le pieghe delle conversione del decreto Ponte è stata avanzata dalla sottosegretaria Matilde Siracusano. «È un’opera da fare velocemente e immediatamente, e questo a prescindere dai tempi del Ponte – ha detto Mario Mega ad APProfondimento il talk di gazzettadelsud.it e di Rtp in onda ogni venerdì –. Va completata perchè è funzionale al piano regolatore portuale e quindi all’obiettivo di liberare la città dai traffici di attraversamento. L’Authority ha una grande difficoltà ad intervenire, perchè il Comune è stazione appaltante e ha degli obblighi e dei diritti rispetto a chi ha vinto la gara. Credo che Palazzo Zanca stia facendo quello che anche noi avremmo fatto al posto loro. Una cosa è certa, sui 75 milioni complessivi di costo iniziale, 48 sono finanziati dall’Autorità portuale. Noi abbiamo non solo un interesse ma anche una responsabilità nei confronti del ministero delle Infrastrutture – dice Mega che poi ammonisce –. Queste risorse rischiano di essere in parte perse perchè collegate a dei tempi di utilizzo dei finanziamento che presto potrebbero portare a delle criticità». Finora è stato realizzato il 22% dell’opera con un avanzamento dei corrispettivi attorno ai 14 milioni di euro. Ma se i fondi restanti dovessero venir meno, il problema del completamento sarebbe, a quel punto, ancora più difficile. «Sono fondi che dovrebbero essere usati entro la fine del 2023 – ricorda Mega – ma che soprattutto per opere finite entro un anno e mezzo. Per evitare di perderli, dunque serve, spendere quella quota e finire il porto». E in più servono altri 35 milioni di euro. Cioè il 50% in più del costo originario. Questo perchè il progetto risale a 15 anni fa e il valore della materia prima e lo stesso costo del lavoro è mutato di parecchio in questo lungo lasso di tempo in cui, prima si è fatto il progetto, poi si sono cercati i fondi, quindi si è svolta la gara d’appalto e infine si è atteso che l’opera prendesse forma. «Posso dire quello che ho detto alla commissione parlamentare sul Ponte l’altro giorno –prosegue Mega –. È un’opera che venga considerata d’interesse prioritario e strategico per il Paese e che venga finanziato con risorse speciali. Che la stazione appaltante sia il Comune o l’Autorità di Sistema poco cambia. Fondamentale che tutti, come abbiamo fatto noi e il Comune, si vada nella direzione di chiedere che il governo guardi con attenzione al porto e allo spostamento del nuovo porto di Villa San Giovanni». E qui si apre il capitolo di un collegamento più immediato, più rapido fra le due sponde. Sempre a prescindere dal ponte. Il collegamento da Tremestieri, dove dovrebbe essere trasferito anche il traghettamento delle auto e non solo dei mezzi pesanti, all’attuale invaso calabrese, è lungo il doppio in termini di miglia, rispetto all’interfaccia con rada San Francesco. «Anche il comune villese è d’accordo sullo spostamento a sud del porto. Il problema è che lì manca ancora il piano regolatore. In tanti anni se ne è parlato ma nessuno ha attivato la procedura urbanistica necessaria».

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