Da provincia di transito a territorio dove la droga sta diventando il business maggiore della criminalità organizzata. È uno degli aspetti emersi dalla tappa messinese della Commissione regionale antimafia presieduta da Antonello Cracolici, che sta girando la Sicilia per una mappatura sullo stato della criminalità nell’Isola, l’obiettivo però è anche ascoltare i territori. La Commissione ha incontrato di mattina la prefetta Cosima Di Stani e i vertici di Questura, carabinieri, Guardia di finanza e magistratura locale.
Nel pomeriggio, il vertice con i sindaci dei 108 Comuni della provincia. Alla fine il quadro tracciato dal presidente della Commissione regionale antimafia Antonello Cracolici è quello di «un territorio dove è presente un sistema criminale forte» e dove il traffico di stupefacenti «costituisce una minaccia seria soprattutto per i ragazzini con rischi notevoli per la sicurezza pubblica». A destare preoccupazione è anche «la scarsa capacità di alcuni territori di dotarsi di impianti di videosorveglianza e di strumenti di gestione sui beni confiscati». Il presidente Cracolici ha ricordato che Messina «è la provincia dove maggiormente si è verificato il caso dei contributi Agea. Il riferimento è alla mafia dei pascoli, mentre per quanto riguarda il rischio di infiltrazione mafiosa nei Comuni, «in questo territorio ci sono stati tre casi di scioglimento di Enti, l’ultimo dei quali nella zona jonica. È evidente che i Comuni sono un luogo importante per la mafia per esercitare il controllo, se poi addirittura gli amministratori sono parenti stretti dei boss delle famiglie mafiose non c'è bisogno di fare grandi analisi. La legge sullo scioglimento dei Comuni presenta alcuni aspetti che prima o poi bisognerà affrontare, ma aspettiamo che si costituisca la Commissione nazionale antimafia per interloquire con essi».
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