Il territorio messinese si conferma crocevia di varie matrici criminali e la fascia ionica, dalla periferia sud di Messina, al confine con la provincia di Catania, risente della forte influenza dei gruppi criminali etnei.
È il quadro che emerge dalla relazione della Direzione Investigativa Antimafia sull’attività svolta e i risultati conseguiti nel secondo semestre 2022, inviata al Parlamento.
La fascia ionica «costituisce area d’influenza delle organizzazioni mafiose etnee in quanto vantaggiosa per lo spaccio di droga e per il reinvestimento dei capitali di provenienza illecita» e a tal proposito vengono ricordate le operazioni “Good Easter”, “Fiori di Pesco”, “Isola Bella” e “Alcantara”: in quest’ultima i carabinieri hanno eseguito 26 misure cautelari per associazione finalizzata al traffico di droga, detenzione ai fini di spaccio ed estorsione ed è emersa una fiorente rete di spaccio fra i locali più in vista di Giardini Naxos e Taormina, sostenuta dai clan Brunetto e Cintorino, con l’impiego di giovanissimi per penetrare al meglio il mondo della movida. Al rifornimento della droga provvedevano invece i clan etnei di Giarre, Fiumefreddo e Calatabiano.
Secondo la Dia la famiglia Santapaola-Ercolano, tramite Pietro Oliveri noto come “Carmeluccio”, reggente del clan Brunetto, continua a esercitare la propria influenza nella valle dell’Alcantara e su Giardini Naxos, Taormina, Letojanni, Gaggi, Francavilla, Malvagna e Castiglione di Sicilia; i Laudani, tramite Paolo Di Mauro, detto “‘u Prufissuri”, hanno esteso la loro influenza su Malvagna, Mojo, Giardini, Roccella Valdemone e Taormina; il clan Cappello, il cui referente ionico è Antonino Cintorino, opera invece a Taormina, Gaggi, Francavilla, Malvagna, Letojanni e Giardini Naxos.
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