Un altro capitolo che si chiude, il primo della nuova era. Oggi verranno consegnate le chiavi degli appartamenti nei quali si potranno presto trasferire le ultime due famiglie di via Catanoso che, chissà da quanti anni, vivevano in baracca. Un primo gruppo di residenti della stradina a poche decine di metri dall’ingresso lato monte del Policlinico, costruita sulla riva del torrente, avevano già avuto la loro abitazione negli scorsi mesi. Ne restavano 11 di famiglie da sistemare. Nove hanno avuto la lieta notizia la settimana scorsa, e le ultime due oggi avranno le loro nuove chiavi. In un mesetto potranno perfezionare il trasferimento e lasciare libera quella striscia di terreno affinché possa partire la riqualificazione che dovrà cancellare anche il ricordo di quelle baracche spesso invase dall’acqua piovana o da quella portata giù dal torrente. «Entro un mese avremo il progetto esecutivo della demolizione – dice Marcello Scurria che da un mesetto ha preso le redini del risanamento con il ruolo di sub commissario – e a giugno potranno partire i lavori». Le demolizioni sono ferme da qualche tempo. L’ultima completata, o almeno quella più clamorosa, è stata quella di Fondo Fucile dove sono “sparite” 120 abitazioni e oggi quella spianata scomposta è il messaggio più forte, più plastico del risanamento in città. «Riprenderanno a maggio – promette Scurria dal suo nuovo quartiere di Camaro San Luigi –. Dobbiamo andare al più presto a Camaro Sottomontagna per abbattere 30 casette che sono rimaste in un’area, per il resto, già del tutto demolita. Poi sarà la volta di 9 abitazioni a largo Diogene nella zona di Fondo Fucile, e, per finire questa primissima fase, dovranno essere abbattute le costruzioni, su un migliaio di metri quadri, all’Annunziata. Si tratta di vecchissime baracche i cui residenti hanno avuto una nuova assegnazione, ma le costruzioni sono rimaste in piedi e devono essere tirate giù».
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