Indagati banchieri e bancari italiani, siciliani e calabresi, residenti tra Regno Unito e Repubblica Ceca, i quali avrebbero operato attraverso un articolato sistema societario, costituito da holding con sedi nella Repubblica Ceca, Regno Unito, Portogallo e Isole Comore del sudest africano. Per l’accusa, hanno costituito un sodalizio attraverso il quale, nelle rispettive qualità, avrebbero organizzato, promosso e comunque fatto parte di un’associazione per delinquere transnazionale, finalizzata alla commissione di un numero indeterminato di reati di «abusivismo finanziario» nella raccolta di risparmi destinati ad investimenti in Istituti finanziari situati all’estero che non erano autorizzati ad operare in Italia.
Cinque gli indagati, 3 banchieri e 2 bancari, quest’ultimi con funzioni limitate di meri promotori finanziari, nei confronti dei quali, su richiesta della sostituta procuratrice di Barcellona Veronica De Toni, il presidente del Tribunale di Barcellona Giovanni De Marco, con decreto del 10 gennaio scorso ha ordinato – attraverso la Guardia di finanza che ha svolto gli accertamenti a seguito di una denuncia di un risparmiatore di Barcellona, che sul conto del fratello poi deceduto aveva notato trasferimenti di fondi su società estere di ingenti somme di denaro –, il sequestro di ingenti somme di denaro per un ammontare di circa 3 milioni di euro. Somme che tuttavia effettivamente non sono state trovate perché i tre banchieri vivono in Paesi stranieri.
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