Messina, riapre il Centro medico della Cittadella. Cuzzocrea: "Ora è in regola". Navarra replica
Le attività riprenderanno a pieno regime il 3 aprile ma intanto il taglio del nastro, seppur simbolico, riapre le porte del Centro medico sportivo riabilitativo dell’Università di Messina. Uno stop di tre anni, a cavallo del Covid, ma adesso ritorna ad essere pienamente operativo sotto la direzione scientifica del Delegato allo Sport e coordinatore del Corso di laurea in Scienze e tecniche delle attività motorie preventive e adattate, prof. Daniele Bruschetta. «Il centro è stato chiuso – ha sottolineato il rettore – perché ci siamo accorti che mancava l’autorizzazione sanitaria dell’Asp che è un requisito obbligatorio, appena ce ne siamo resi conto abbiamo subito interrotto le attività e posto in essere tutti i lavori che servivano per il rilascio di questa autorizzazione. Oggi la vera inaugurazione, perché nel 2015 eravamo su Scherzi a parte». Dichiarazioni pesanti che gettano dubbi sul passato, riaprono la polemica mai sepolta tra l’attuale governance dell’Ateneo e quella del predecessore Pietro Navarra (peraltro proprio sulla Cittadella finita a carte bollate) e richiedono degli approfondimenti. Come è possibile che una struttura inserita nel sistema Ts (tessera sanitaria) non avesse l’autorizzazione dell’Asp? Peraltro una struttura che ha ospitato atleti di calcio, di vari altri sport tra cui la pallanuoto e tantissimi cittadini. Dubbi che restano sospesi e a cui qualcuno dovrebbe dare risposte per spiegare come tutto questo sia accaduto, peraltro in una struttura di così alto richiamo. Ma veniamo all’oggi: un centro rinnovato, all’avanguardia, con tecnologie moderne ed i macchinari più innovativi, che opererà in stretta collaborazione didattico scientifica con i Corsi di Laurea in Scienze Motorie, Fisioterapia, con le Scuole di Specializzazione in Medicina fisica e riabilitativa e Medicina dello sport. «Riaprire questo centro significa ritornare al centro della vita della città – ha detto il prof. Daniele Bruschetta, direttore scientifico della struttura e con una grande esperienza nel campo medico sportivo e riabilitativo – Abbiamo potenziato le apparecchiature, tutte di nuova generazione, che daranno un grosso apporto sia per le cure preventive che per quelle post traumatologiche. Sarà un centro aperto al pubblico, sia per le malattie neuromuscolari che per altre patologie come gli infortuni sportivi. L’indirizzo della governance, inoltre, è quello di essere di supporto alla formazione degli studenti e alla ricerca scientifica. Potremo, così, elaborare dati per la cura e prevenzione di alcune patologie». Il fiore all’occhiello è l’analizzatore di immagine della colonna vertebrale senza alcuna emissione di raggi X che permette così uno studio approfondito. Ma anche la strumentazione che rieduca al passo, simulando superfici irregolari come pietre e sabbia e può servire come riabilitazione post traumatica ma anche per alcune malattie come il Parkinson. Non sarà un centro dedicato solo agli studenti o agli atleti della SSD UniMe, ma a tutta la città per dare un servizio medico di qualità ma al tempo con un occhio particolare a formazione degli studenti dei corsi di laurea di fisioterapia e scienze motorie e alla ricerca scientifica. Nel solco di quanto accade anche in altri ambiti, come filosofia voluta strettamente dall’Università di Messina. Un aspetto, quello del carattere scientifico e didattico, sottolineato anche dal rettore insieme al coordinatore di Scienze motorie, Gioacchino Calapai, alla presidente della Ssd Unime Silvia Bosurgi e ad alcuni atleti e studenti in rappresentanza delle squadre di Volley e di pallanuoto della società universitaria.
La replica di Navarra
"Non posso nascondere la sorpresa nell’avere letto le dichiarazioni del prof. Cuzzocrea in occasione della riapertura del Centro-Medico sportivo. Non mi stupisce certo il fatto che, ancora una volta, abbia voluto dedicare un pensiero al precedente governo dell’Ateneo di cui lui stesso - giova sempre ricordarlo - faceva parte, né sono risultate inattese le sue accuse come al solito gratuite e frutto di ricostruzioni parziali, ma sicuramente non mi attendevo che arrivasse a dimostrare un simile livello di sfrontatezza. Per chiarezza, ricostruisco i fatti. Il Centro-Medico sportivo inaugurato nel 2015 era un centro autonomo di spesa dell’Ateneo, la cui responsabilità gestionale era demandata ai vertici amministrativi e sanitari della struttura. L’amministrazione da me guidata aveva varato il progetto del Centro, che era stato approvato da parte dell'ASP (Dipartimento di Prevenzione Servizio Igiene Ambienti di Vita UO Igiene Edilizia Pubblica e Privata). A quel punto, l’Ateneo aveva messo strutture e tecnologia - ribadisco, con il nulla osta dell’autorità competente - a disposizione di professionisti esperti in materia sanitaria. Tra questi, il Direttore Sanitario che aveva il compito di vigilare, segnalare e risolvere eventuali criticità, reali e potenziali nello svolgimento ed erogazione dell’attività medica".
Bruschetta risponde a Navarra
"In riferimento agli articoli pubblicati sulle testate giornalistiche on-line mi corre l’obbligo di specificare che, secondo la normativa vigente, il compito del direttore sanitario è quello di "curare l’organizzazione tecnico-sanitaria della struttura sotto il profilo igienico-sanitario e organizzativo”. Compito che è stato sempre svolto con diligenza e nel pieno rispetto delle normative di legge. Sottolineo che sono stato nominato Direttore sanitario con Decreto Rettorale e del consiglio di amministrazione successivamente alla costituzione del Centro medico sportivo riabilitativo, il cui iter amministrativo è stato curato interamente dall’Amministrazione dell’epoca e sul quale nessun obbligo di controllo grava sul direttore sanitario. Pertanto, nessuna responsabilità può essere ascritta al direttore sanitario per funzioni che non competono allo stesso".