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«Votami o ti faccio licenziare»: la minaccia dell’ex sindaco di Roccella Valdemone

Divieto di dimora per Giuseppe Spartà a Roccella Valdemone. Oggi è consigliere comunale di opposizione

“O mi voti o ti faccio licenziare”. È la minaccia che l’ex sindaco di Roccella Valdemone, Giuseppe Spartà, avrebbe rivolto a due cittadini alla vigilia delle elezioni amministrative dello scorso anno nel comune della valle dell’Alcantara, dove era ricandidato alla carica di primo cittadino ma è stato sconfitto per due voti da Gianfranco Orsina. Un atteggiamento che adesso gli è costato la misura cautelare dell’obbligo di dimora, emessa dal Gip del Tribunale di Messina su richiesta della Procura, notificatagli dai carabinieri della Compagnia di Taormina. Le indagini erano scattate immediatamente dopo i fatti e il giudice ha riconosciuto a carico del 69enne ex sindaco, in carica dal 2002 al 2012 e dal 2017 al 2022, gravi indizi di colpevolezza in ordine al reato di minaccia ad un elettore, previsto dal Testo unico delle leggi per la composizione e la elezione degli organi delle amministrazioni comunali.
Il provvedimento cautelare è il risultato degli accertamenti condotti dai militari dell’Arma, ai comandi del capitano Giovanni Riacà e diretti dalla Procura peloritana, in occasione delle elezioni comunali del giugno 2022, in merito alle presunte pressioni subite da due elettori nell’esercizio del voto. In particolare il giorno precedente a quello delle elezioni Spartà, in qualità di candidato sindaco, avrebbe minacciato i due elettori, padre e figlio, riferendo che se non avessero votato per lui avrebbe fatto perdere il lavoro al più giovane, impiegato come operaio di una ditta attiva a Roccella Valdemone nei servizi di raccolta dei rifiuti solidi urbani.

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