Adesso c’è la data. Si aprirà il 9 maggio prossimo in secondo grado il processo per il femminicidio di Lorena Quaranta, che nel luglio scorso ha visto la condanna all’ergastolo del suo ex, l’infermiere 30enne calabrese di Soriano Calabro, in provincia di Vibo Valentia, Antonio De Pace. La data è stata fissata dal presidente della corte d’assise d’appello che tratterà il caso, il magistrato Carmelo Blatti. Ma è un procedimento su cui pende una clamorosa incertezza, dovuta ad una vicenda analoga a quella del processo al cosiddetto “untore” Luigi De Domenico, ovvero il caso dei giurati “over 65”, che avevano cioé superato l’età per poter comporre la corte d’assise in primo grado. Anche in quella giuria di primo grado, così com’è successo per il caso dell’untore, un giurato che componeva la corte d’assise aveva superato in corso di processo la soglia massima dei 65 anni per far parte del collegio. Ne è convinto uno dei difensori di De Pace, l’avvocato Salvatore Silvestro, che con il collega di Vibo Valentia assiste l’infermiere. Nei suoi motivi d’appello depositati di recente, il legale ha inserito tra le questioni preliminare da trattare in secondo grado, al primo posto, proprio questo “tarlo” dei 65 anni compiuti. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Messina