Messina

Giovedì 06 Febbraio 2025

Interrogatorio per Rosalia Messina Denaro, la sorella del boss non risponde al gip

Finito, al carcere Pagliarelli di Palermo, l’interrogatorio di garanzia di Rosalia Messina Denaro, sorella di Matteo, arrestata venerdì scorso con l’accusa di associazione mafiosa. L’interrogatorio davanti al presidente dei gip Alfredo a Montalto è durato pochi minuti e l’indagata si è avvalsa della facoltà di non rispondere, assistita dall’avvocato Daniele Bernardone. "La mia assistita sta bene" ha detto l'avvocato. Ai giornalisti che gli chiedevano anche un commento sulle frasi che la sua assistita avrebbe detto ai carabinieri dopo l’arresto - la donna avrebbe sostenuto che la sua famiglia era perseguitata dalla giustizia - il legale ha risposto: "sono aspetti che non attengono la difesa", precisando che ogni valutazione è "prematura vista la fase del tutto preliminare delle indagini". Rosalia detta Rosetta è stata arrestata venerdì scorso nella casa di famiglia di Castelvetrano. Per i magistrati, negli ultimi decenni la 68enne era stata incaricata dal capomafia, catturato dal Ros il 16 gennaio, di molteplici compiti, compresi quelli di «paziente tessitrice» dei conflitti tra i parenti, di «riservata veicolatrice delle decisioni del latitante» su questioni di carattere familiare, nonché di vera e propria cassiera, incaricata dal fratello di ricevere ingenti somme di denaro, di custodirle, rendicontarle e all’occorrenza distribuirle. E, infine, di canale di smistamento dei pizzini tra il latitante e altri associati mafiosi». Di più. Per il gip di Palermo, Alfredo Montalto, già il fatto di appartenere a Cosa nostra «è sintomo di per sé di una personalità particolarmente pericolosa e tendente al crimine». Nel caso Rosalia Messina Denaro, «Fragolone» come l’indicava il boss di Castelvetrano nei suoi pizzini per impedirne l’identificazione, «l'essere stata la donna che ha gestito al più alto livello i rapporti con il capo mafia rende evidente il pericolo che l’intera associazione, dopo l’arresto del fratello, possa individuare in lei la nuova mente strategica dell’organizzazione». Senza considerare poi, avverte nel ribadire l’esigenza della misura cautelare, «che i flussi di denaro da ella gestiti sono ancora tutti in circolazione o custoditi in luoghi sicuri», così «se lasciata in libertà, la donna ben potrebbe compiere altri delitti finalizzati al controllo economico del territorio o a reinvestimenti illeciti o più in generale prosegua nell’attività criminale in Cosa nostra o per conto di Cosa nostra».

leggi l'articolo completo