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Traffico di droga a Messina, Tonino: “Ho un bordello di cocaina a casa...”

«... ho un bordello di cocaina a casa». Fu proprio questa frase ad aprire uno scenario rilevante agli investigatori della Mobile. E fece decollare l’indagine. Era il 15 ottobre del 2021, e “Tonino” Settimo si confidava con Giovanni Cacopardo. Era a casa di Settimo la «sede operativa» del gruppo, alle case Arcobaleno di S. Lucia sopra Contesse. Ma i due non sapevano che appena due giorni prima quelli della Mobile avevano installato un trojan nel telefono di Cacopardo, e vivevano tutto il traffico “in diretta”. «La conferma alle originarie ipotesi investigative - scrive tra l’altro il gip Misale nella sua ordinanza di custodia -, si è avuta con l’inoculazione del captatore informatico sul telefono in uso al Cacopardo in data 13 ottobre 2021. Attraverso tale strumento di indagine è stata accertata in maniera incontrovertibile l’esistenza e l’operatività di un sodalizio criminale capeggiato dal Cacopardo e dai fratelli Settimo Antonino e Settimo Paolo stabilmente dedito al traffico di ingenti quantità di sostanza stupefacente del tipo marijuana e cocaina, attraverso canali di rifornimento calabresi e catanesi. La sede operativa del sodalizio era l’abitazione di Settimo Antonino, sita in Santa Lucia sopra Contesse. Gli indagati per eludere le investigazioni avevano a disposizione diversi apparecchi telefonici, intestati a soggetti stranieri e in alcuni casi dotati di tecnologia che consentiva la criptazione delle conversazioni. Sin dalle prime conversazioni registrate in modalità ambientale è emersa in maniera evidente la gestione da parte degli indagati di una florida e redditizia attività illecita nel settore degli stupefacenti.

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