In ottica Tari c’è da fare i conti anche con le utenze non domestiche. E qui si rischia che ci possano essere le sorprese più grandi. Pare che in questi giorni si siano moltiplicati i contatti fra alcune grosse aziende cittadine e il Comune per ricevere informazioni utili per un “ravvedimento” su alcune posizioni evidentemente non più allineate alla reale situazione attuale. Ma la vera novità per la prossima Tari arriva da un altro punto. Da molto tempo il carico della Tari è diviso sulle utenze domestiche in ordine al 75%, e su quelle non domestiche al 25%. Una divisione per sensazione che risale ad oltre 10 anni fa e che ora è stata superata da una analisi scientifica della Messina Servizi che, da quando fa il porta a porta, può quantificare quanto producono le aziende e quanto le famiglie. Ebbene, la nuova divisione per il 2023, sarà del 70,5 % sulle utenze domestiche e del 29,5% sulle non domestiche. Uno spostamento che alleggerisce del 5% l’incremento della Tari sui nuclei familiari caricandolo sulle società. «Si era creata fino all’anno scorso – spiega l’assessore Roberto Cicala – la situazione per la quale le nostre famiglie pagavano una Tari più alta del 35% rispetto alla media nazionale, mentre le utenze non domestiche avevano un tributo del 15% più basso della media nazionale. Adesso raddrizzeremo la forbice».
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