Una sentenza che «si caratterizza per una rilevante genericità e per il frequente ricorso a esempi sganciati dalla fattispecie concreta. Quando, invece, argomenta sulla base dei fatti contestati giunge a conclusioni non dissimili da quelle del giudice di primo grado».
Ed ancora: «Complessivamente valutata, la motivazione della sentenza impugnata nella parte in cui, da un parte, ricostruisce l'evoluzione del quadro normativo, e, dall'altra, prospetta una differenza tra la falsità penalmente rilevante del dato di bilancio e la sua “veridicità” in termini contabili non è esente dai vizi denunciati e presenta rilevanti profili di inadeguatezza nel necessario confronto con la ricostruzione offerta dal giudice di primo grado».
Sono molto critici i giudici della quinta sezione penale della Cassazione sulla sentenza d’appello per il caso dei bilanci comunali della giunta Buzzanca, di cui si sono occupati a gennaio. Adesso il fatto nuovo è rappresentato dalla pubblicazione delle motivazioni della sentenza, una trentina di pagine, che a gennaio aveva in pratica riaperto i giochi sul piano dei risarcimenti in sede civile per il “grande debitore” del Comune, l’avvocato Rosario Cucinotta, che a suo tempo aveva presentato il ricorso in Cassazione con il suo legale di fiducia, l’avvocato Enrico Ricevuto. C’è in gioco una parcella legale non pagata da Palazzo Zanca da oltre un milione che in questi anni è ulteriormente lievitata tra interessi vari.
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