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L'omicidio in Inghilterra, oggi la salma di Francesca arriverà a Montagnareale

Dopo quasi otto settimane da quella tragica notte la salma di Francesca Di Dio, la ventenne di Montagnareale barbaramente uccisa assieme al suo ragazzo, Nino Calabrò in un appartamento in Inghilterra nordorientale, sta per fare finalmente ritorno a casa. L’arrivo del feretro è previsto intorno alle 10,30 di oggi all’aeroporto Fontanarossa di Catania. Poi il viaggio verso Montagnareale, dove la famiglia, gli amici più cari e l’intera comunità attendono di poterla salutare per l’ultima volta. La camera ardente sarà allestita già questo pomeriggio nella chiesa Maria SS. delle Grazie, dove si terrà la veglia funebre in attesa delle esequie previste alle 15,30 di domani. Ad officiarle sarà mons. Guglielmo Giombanco, vescovo della diocesi di Patti, assieme al parroco Salvatore Lipari.
Nel frattempo i vertici del Comune di Montagnareale hanno proclamato il lutto cittadino per mercoledì 15 febbraio, giorno in cui si terranno i funerali, disponendo le bandiere a mezz’asta sulla facciata del Municipio per l’intera giornata.
«L’amministrazione comunale e tutta la cittadinanza si uniscono, con profondo cordoglio, al dolore delle famiglie Di Dio e Niosi per la tragica perdita della cara Francesca», si legge in un messaggio diffuso dall’Ente di via Vittorio Emanuele. Con un volo Manchester – Catania farà rientro in Sicilia anche la salma del fidanzato di Francesca, il ventiseienne Nino Calabrò, il cui arrivo a Fontanarossa è però previsto due giorni dopo, il 16 febbraio. I funerali del giovane croupier si terranno alle 16 di sabato 18 febbraio a Barcellona Pozzo di Gotto, nella basilica di San Sebastiano.
Sullo sfondo di una vicenda dai contorni tutt’altro che nitidi rimangono, sospesi tra la rabbia e il dolore, parecchi interrogativi su cui gli inquirenti inglesi stanno ancora cercando di far luce dopo quasi due mesi di indagini. Dietro le sbarre rimane un solo sospettato: il coinquilino palermitano Andrea Cardinale, trincerato dietro un silenzio che continua a soffocare le voci di chi, ormai, non può che chiedere solamente giustizia.

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