È chiusa l’indagine che lo scorso ottobre ha smantellato una rete familiare di spaccio nel villaggio di Faro Superiore, e che vedeva coinvolti inizialmente undici indagati. Adesso però, anche per alcuni patteggiamenti definiti in questi mesi, nell’atto ex art. 415 bis c.c.p. siglato dai sostituti procuratori Antonella Fradà e Roberta La Speme, sono ricomprese solo sette persone: Alessandro Molonia, Desirè Maucci, Salvatore Scardaci, Mariassunta Guarnera, Fabio Pietro Paolo, Stefano Anastasi e Jonathan Angelo Fichera. Sono assistiti dagli avvocati Floriana Cannavò, Carolina Stroscio, Giovanni Villari, Antonello Scordo e Giovanni Mannuccia.
Le indagini
Secondo quanto hanno ricostruito la Procura e i carabinieri si trattava di un gruppo organizzato che usava dei giovanissimi, anche sotto i 14 anni, per nascondere la droga (cocaina e marijuana). Il 19 ottobre scorso fu eseguita dai militari un’ordinanza di applicazione della misura cautelare nei confronti di sette persone, sul cui conto furono riconosciuti gravi indizi di colpevolezza per il reato di “associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti”. Due finirono in carcere, quattro ai domiciliari e uno con l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. L’attività investigativa fece emergere l’operatività di un sodalizio criminale, che smerciava marijuana nel villaggio della zona nord. Avevano cominciato la loro attività poco prima del 2020 e anche durante il lockdown si era dati un gran da fare. In base alle indagini sarebbe emerso che il nucleo di Faro Superiore faceva riferimento ad una famiglia del posto e ad altri affiliati, ma che i contatti per i rifornimenti fossero con elementi della criminalità di Giostra, alcuni dei quali, finirono nella rete dell’indagine.