
La messa in sicurezza dei territori, le condizioni degli immobili pubblici e privati, la situazione delle infrastrutture, le faglie dello Stretto, la prevenzione e la riduzione del rischio sismico. E ovviamente la questione del Ponte.
Ogni volta che si registra un tragico evento tellurico, che semina morti e distruzioni, come quello tra Turchia e Siria, tornano in primo piano temi che non possono essere ignorati in quella che è l’area europea più fortemente sismica e dove si è verificato il terremoto più distruttivo che ha interessato il Vecchio Continente, quello del 28 dicembre 1908.
È stato il ministro dei Trasporti Matteo Salvini a far riferimento alle due vicende (rischio terremoto e collegamento stabile nello Stretto) anche per prevenire, se non disinnescare, le polemiche che sorgono ad ogni piè sospinto su questa grande opera, più che su tutte le altre mai progettate in Italia: «Posso smontare una delle “fake news” che vengono messe in giro – ha detto il vicepremier durante la trasmissione “Quarta Repubblica” –, quella che, ad esempio, sostiene che il Ponte sullo Stretto di Messina non si potrà mai fare perché è zona sismica. Sono stato alla “Galleria del vento” del Politecnico di Milano, ho parlato con l’ex rettore Ferruccio Resta che mi conferma che, sul piano ingegneristico, non c'è alcun rischio sismico per quanto riguarda l’eventuale collegamento tra l’Isola e il resto d’Italia. Il vero problema è trovare invece i quattrini per unire in maniera stabile la Sicilia all’Italia. E ci stiamo lavorando».
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