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Collettore, funzionario e imprenditore. Quel dialogo "significativo" tra Duca, Trifilò e Sceusa

La gara del Cas per gestire i servizi antincendio lungo le autostrade A20 e A18. L'intercettazione del marzo 2020 che spiega lo schema per pilotare l’appalto da 9 milioni

Il collettore, il funzionario e l’imprenditore del Nord da inserire come “prestanome pulito”. Anche la recente indagine della Dia di Messina sul Cas, il Consorzio autostrade siciliane, ha ripetuto una schema che proprio la Dia ha già smantellato in diverse occasioni con le varie indagini “Tekno” sul Cas, cominciando sin dalla metà del 2014 ad analizzare il flusso di denaro degli appalti e le manovre interne ed esterne per pilotare le gare. Questa volta sono state le tanto “criticate” intercettazioni a fornire un quadro molto preciso di tutti i movimenti messi in pratica dal milazzese Francesco Duca, che si vantava nelle telefonate delle sue “amicizie mafiose”, e che proprio perché coinvolto nella “Tekno” non poteva comparire in prima persona. Al centro c’era l’appalto del 2020 da 9 milioni di euro per la vigilanza antincendio nelle 40 gallerie gestite dal Cas sulle autostrade A18 e A20.

Le manovre messe in atto da Duca, servendosi anche del quarto indagato dell’inchiesta, il milazzese Giuseppe Trifilò, erano sostanzialmente su due versanti: da un lato i rapporti con il funzionario da “avvicinare”, in questo caso il dirigente del Cas e responsabile dell’appalto Gaspare Sceusa, da tempo in pensione; dall’altro i contatti con l’imprenditore della ditta del Nord, Paolo Pietro Rampino, padre-padrone della ditta Ok-Gol, da usare come paravento ufficiale per poi gestire tutto in prima persona in Sicilia.

Sono tanti i dialoghi intercettati che il gip Monica Marino nella sua ordinanza di custodia incastra perfettamente per spiegare l’evoluzione della vicenda. Tra i tanti cita come significativo anche quello intercorso tra Duca, Trifilò e Sceusa del 23 marzo 2020, con il quarto interlocutore raggiunto al telefono che è Rampino. «Dal superiore dialogo - scrive il gip -, emerge che l’ingegnere Sceusa non decideva in autonomia su aspetti fondamentali delle modalità di gestione futura del servizio antincendio, ma si confrontava con Duca e Trifilò, i quali a loro volta agivano di concerto con il Rampino.

Ancora l’ingegnere Sceusa, preso atto dell’interessamento di altra società G.S.A., si preoccupava di darne notizia al Duca affinché questi, a sua volta, potesse contattare Rampino per verificare fino a che punto poteva “spingersi”, atteso che avrebbe dovuto avere un incontro in videoconferenza con la G.S.A. ed a breve. Il Rampino manifestava disponibilità anche ad un accordo con la G.S.A. e, perfettamente consapevole delle criticità che potevano scaturire da una partecipazione congiunta in Ati tra le società OK-GOL e G.S.A., a suo dire uniche in Italia a riunire i requisiti che il bando avrebbe avuto (secondo i loro desiderata) e dunque suscettibili di contestazione per l’acquisizione di posizioni monopolistiche, proponeva “una gara” “internazionale” e più precisamente, una “Gara europea con evidenza”.

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