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Stromboli in attività: nuovo trabocco lavico, materiale scivola in mare

Alta nube nera alzata dalla Sciara del fuoco, nessun allarme tsunami

Torna a farsi sentire lo Stromboli, dopo qualche giorno di relativa quiete. Sul vulcano, da ieri pomeriggio, alle quattordici e venti, è in corso un nuovo trabocco lavico dal cratere nord, il cui flusso resta confinato nella parte alta della Sciara del fuoco. Due minuti dopo l’inizio del trabocco c’è stato uno scivolamento di materiale instabile, lungo il pendio, che ha raggiunto il mare. L’ingresso in acqua del materiale franato non ha fatto scattare il meccanismo di allerta che entra in azione non appena le boe elastiche, posizionate nello specchio acque antistante la Sciara, registrano parametri in linea con la generazione di onde di tsunami. La densa nuvola nera, susseguente allo scivolamento del materiale lavico, alzatasi in aria per alcune centinaia di metri, è stata visibile anche da Lipari, Panarea e dalla frazione di Ginostra. L’INGV- Osservatorio Etneo – evidenzia – come, in concomitanza con la frana, è stato registrato un segnale sismico legato a fenomeni di rotolamento della durata di circa sei minuti. Contestualmente al trabocco lavico prosegue l’attività esplosiva, con lancio di cenere e lapilli, dalle altre bocche dalle are crateriche nord e centro – sud. La sempre più frequente, intensa, attività del vulcano genera preoccupazione tra gli abitanti di Ginostra che temono possa incidere sulla già disastrata stabilità del costone roccioso su cui si poggia l’abitato e per la cui messa in sicurezza, dopo le mareggiate dei giorni scorsi, bisognerà ricominciare tutto daccapo. I lavori minimi, realizzati, sino a questo momento, dall’impresa Vi.D.R. di Catenanuova, che si è aggiudicata l’appalto, finanziato con 3.800.000 euro dal Dipartimento nazionale della Protezione civile, nell’ambito dell’emergenza Stromboli 2019, infatti, sono stati spazzati via dai marosi che hanno flagellato la zona. In mare è finito anche il materiale che era stato depositato dalla ditta per proseguire nell’intervento, tra l’altro fermo, ormai da qualche mese. Le onde, non solo hanno vanificato quanto già realizzato ma hanno continuato a scavare ai piedi del costone. Ricordiamo, infine, che il tipo di intervento previsto è stato da sempre contestato dagli abitanti del borgo, attraverso il comitato “Per Ginostra”, in quanto non ritenuto efficace e risolutivo della problematica.

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