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Mafia Barcellonese, gli indagati si erano infiltrati nella gestione delle attività sequestrate

La trama investigativa all’origine dei provvedimenti

Pietro Nicola Mazzagatti

All’origine delle misure cautelari eseguite ieri per l’interposizione fittizia di beni vi è il provvedimento del Tribunale di Messina, Sezione misure di prevenzione, che già nell’aprile 2021, a seguito di una ’informativa della Dia, aveva revocato i quattro contratti d’affitto stipulati il 5 agosto 2020 da una società di Barcellona, la “Event & Co. Srl”, di cui è legale rappresentante l’imprenditore Salvatore Chillemi, con i quali la stessa società aveva ottenuto dal custode giudiziario la gestione dei quattro esercizi commerciali. Attività che erano state sequestrate nel 2019 ai fini della confisca (non ancora definitiva) a seguito di provvedimento dello stesso Tribunale nei confronti dell’ex imprenditore della ristorazione, Pietro Nicola Mazzagatti e dei suoi familiari.

La revoca dei contratti d’affitto dei rami d’azienda che appartenevano a Pietro Mazzagatti ed ai suoi familiari prestanome, aveva comportato già dal 12 maggio del 2021 la chiusura, con conseguente sospensione delle attività lavorative, dei quattro esercizi commerciali gestiti dalla “Event & Co. Srl”: tre situati a Santa Lucia del Mela ed uno a Milazzo.
Alle dipendenze della della società che aveva ottenuto lo scorso anno la gestione dei quattro esercizi, fino al 31 dicembre 2020, complessivamente avevano lavorato 30 dipendenti, tra cui anche congiunti ed affini di Mazzagatti che di fatto avrebbero gestito in prima persona gli esercizi commerciali.
Si tratta di due bar pasticcerie, uno in via Giacomo Medici a Milazzo ed un altro a Santa Lucia del Mela, una sala ricevimenti con annesso servizio di ristorazione ed un negozio per la vendita di bomboniere ed oggetti regalo.

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