In teoria, il boss barcellonese Pietro Nicola Mazzagatti, il “re del catering” ristretto al 41 bis, in regime di carcere duro, avrebbe dovuto scontare l’ergastolo “lontano” anche dai beni patrimoniali già requisiti dallo Stato. In pratica, era come se ne occupasse personalmente, ma tramite alcuni familiari, a cui, secondo le indagini della Direzione investigativa antimafia, impartiva direttive al fine di condurre gli affari nel miglior modo possibile. Ma al meccanismo “a distanza” hanno posto un freno proprio gli uomini della sezione Dia di Messina, guidati dalla dirigente Giusy Interdonato, coordinati dal sostituto procuratore della Dda peloritana Francesco Massara. Notificata un’ordinanza di custodia cautelare in carcere – firmata dalla gip Monica Marino – allo stesso Pietro Nicola Mazzagatti, 62 anni, originario di Santa Lucia del Mela, ai domiciliari per il figlio Giuseppe Mazzagatti, 33 anni, e la moglie Nicolina Famà, 53 anni. Obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria nei confronti della figlia Valeria Mazzagatti, 32 anni, la nuora e il padre di quest’ultima, ossia Santina Quattrocchi, 33 anni, e Salvatore Chillemi, 58 anni. I sei, difesi dagli avvocati Sebastiano Campanella e David Bongiovanni, sono accusati del reato di intestazione fittizia aggravata dal metodo mafioso. Disposto, altresì, il sequestro delle quote societarie di una impresa appositamente costituita per l’attività di locazione delle aziende, ossia la Event & Co. S.r.l.”, una società considerata “pulita”, che ha consentito ai familiari del detenuto di rientrare nel pieno possesso delle seguenti imprese: “Tentazioni Valerie Group S.r.l.s.”, “Galleria d’are Valerie di Famà Nicolina”, “Tentazioni Valerie di Mazzagatti Giuseppe & C. S.a.s”, “Tradizione ed Evoluzione S.r.l.s.”. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Messina