La famiglia di Pietro Nicola Mazzagatti, boss mafioso all’ergastolo e al 41 bis, gestiva sulle base delle indicazioni del detenuto una rete di imprese che erano state confiscate: dalle prime ore di oggi la Direzione Investigativa Antimafia sta eseguendo nel territorio della provincia di Messina un’ordinanza di sei misure cautelari ( tre arresti di cui due ai domiciliari e tre obblighi di presentazione) emessa dal Gip presso il Tribunale peloritano, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di sei componenti il nucleo familiare dell'esponente del clan mafioso dei «barcellonesi», indagati del reato di intestazione fittizia aggravata dal metodo mafioso.
Gli indagati
Pietro Nicola Mazzagatti, 62 anni (Ergastolo)
Giuseppe Mazzagatti, 33 anni (domiciliari)
Valeria Mazzagatti, 32 anni (Obbligo di presentazione)
Santina Quattrocchi, 33 anni (Obbligo di presentazione)
Nicolina Famà, 54 anni (domiciliari)
Salvatore Chillemi, 59 anni (Obbligo di presentazione)
Interessi nella ristorazione
L’industria del catering è stata sempre una fissazione per Pietro Mazzagatti, vecchio uomo delle cosche mafiose barcellonesi e storico referente della “famiglia” per la zona di S. Lucia del Mela. E proprio qui col passare degli anni Mazzagatti aveva creato un autentico impero tra un’immensa sala ricevimenti in stile neoclassico, un bar ben avviato e un fornitissimo negozio di articoli da regalo. Un vero e proprio regno economico che la Direzione investigativa antimafia ha valutato in ben 32 milioni di euro. L'11 novembre del 2019 tutto è stato confiscato, è passato cioé allo Stato. Si tratta in sintesi di 4 imprese comprensive di capitale sociale e compendio aziendale, 14 immobili, 19 terreni, numerosi mezzi personali ed aziendali nonché vari rapporti finanziari, anche intestati a soggetti terzi che fungevano da prestanome.
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