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Milazzo, gestori di carburante in protesta: "Ci insultano per i prezzi, serve l'aiuto alla Regione"

Occorrono provvedimenti concreti per frenare attacchi speculativi, non, come deciso a Roma, di prevedere i controlli della Guardia di finanza sui prezzi, che sono stati liberalizzati

Nino Munafò e Peppe Aloi

Caro carburanti, mobilitazione anche in Sicilia da parte dei gestori degli impianti di distribuzione carburanti. Oltre ad aderire alla protesta nazionale del 25 e 26, la Fegica (Federazione gestione carburante ed affini) ha deciso di chiedere un incontro al presidente della Regione Schifani e all’assessore regionale alle Attività Produttive, Tamajo per affrontare in maniera strutturale le problematiche di un comparto che vive una situazione complessa e che adesso è finita senza alcuna responsabilità nel tritacarne delle polemiche.

“Il governo aumenta dopo aver aumentato il prezzo dei carburanti di 30 centesimi con l'eliminazione dello sconto sulle accise ha inteso scaricare sui gestori le responsabilità di presunte speculazioni, facendoci diventare destinatari degli insulti degli automobilisti esasperati - affermano il segretario regionale Nino Munafò e quello provinciale Peppe Aloi incontrando i giornalisti-. Un comportamento vergognoso e per questo oltre a confermare la compatta adesione allo sciopero abbiamo chiesto anche il supporto del governo regionale.

[caption id="attachment_1642558" align="alignnone" width="300"] Nino Munafò e Peppe Aloi[/caption]

Occorrono provvedimenti concreti per frenare attacchi speculativi, non, come deciso a Roma, di prevedere i controlli della Guardia di finanza sui prezzi, che sono stati liberalizzati, o prevedendo il cartello del prezzo medio. I controlli sono opportuni ma contro l’illegalità da parte di coloro che operano in evasione fiscale e contributiva e che sottraggono all’Erario ogni anno oltre 10 miliardi di euro. Si pensi a cosa si potrebbe fare con queste somme.

Le soluzioni comune ci sono nell’immediato – proseguono Munafò e Aloi -. Una di queste è la sterilizzazione dell’Iva o la previsione di una accise mobile, ovvero prevedere il calo ogni qualvolta aumenta il prezzo della benzina/gasolio. Di sicuro non si può colpevolizzare una categoria di onesti operatori economici che basano la loro attività su un margine fisso di 3 centesimi lordi al litro, garantendo allo Stato, a proprio rischio e pericolo un introito di circa 40 miliardi l'anno di gettito. Riteniamo che si debba intervenire per garantire il diritto alla mobilità del cittadino, perché in questa condizione il rischio che tutto possa paralizzarsi è davvero concreto qualora i prezzi dovessero ulteriormente crescere. Con conseguenze anche per la nostra categoria. Occorre comprendere infatti che all’aumento del prezzo del carburante non corrisponde un maggior guadagno per il gestore, ma anzi un calo visto che l’erogato tende alla pompa tende a diminuire”.

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