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A Messina «solo il 20% paga in tempo»: l'Amam passa al contrattacco

Le 75mila diffide servono a recuperare 90 milioni di crediti. «Stop ai morosi, da febbraio distacchi e riduzioni»

La bolletta dell’acqua non è in cima alle priorità dei messinesi. Non lo è mai stata, e non c’è da andarne fieri, ma se poi la rete... fa acqua da tutte le parti e se tutti noi non avessimo i serbatoi, almeno per metà giornata non ci sarebbe acqua corrente, sappiamo anche il perché. Solo 2 messinesi su 10 pagano regolarmente la bolletta dell’acqua e ritardo dopo ritardo i crediti dell’azienda di viale Giostra sono arrivati a quota 90 milioni nei soli ultimi 10 anni. Cifra che non ha fatto fallire la partecipata, ma che l’ha costretta ad avere solo una cinquantina di dipendenti a dover far ricorso ai fondi comunitari per fare un minimo di investimento sulla vetusta rete.
Adesso però Amam... è con l’acqua alla gola e fuori metafora si trova a far i conti con 112 milioni di crediti (con una copertura del fondo di svalutazione di 22,5 milioni) ma anche con un rateo mensile di 390.000 euro da saldare a Enel ed Hera Comm, fornitori con i quali Amam ha gran parte dei 78 milioni dei debiti (maturati negli anni scorsi) che si leggono in bilancio.

Dei 90 milioni effettivi di crediti sono 44 i milioni che l’Amam aspetta da utenti di abitazioni singole, 30 milioni li devono i condomini, una ventina sono i milioni di euro di crediti maturati nei confronti delle attività commerciali e di altri enti pubblici.
Ed è su questo recupero che si sta concentrando il board dell’Amam, affiancato da Palazzo Zanca dove ieri si è svolta la conferenza stampa con cui è stata presentata questa “campagna” invero avviata il mese scorso. «È un’attività normale quello del recupero crediti – dice il sindaco Basile – come quello che fanno i fornitori di energia o lo Stato con l’agenzia delle Entrate. Non è un compito gradevole, specie in un momento di particolare congiuntura economica come quello che viviamo dopo il Covid, ma fa parte dei compiti di chi amministra.

L’invio massivo di diffide come quello avvenuto in queste settimane, parliamo di 75mila raccomandate, può anche portare a dei disagi. Stimiamo nel 3%, diciamo 2500-2800 le raccomandate arrivate a chi, in realtà aveva già pagato». «La sua “testimonianza” servirà a “pulire” il database di Amam – ha spiegato la presidente Loredana Bonasera –. Sappiamo che ci sono stati alcuni disguidi, fisiologici su invii massivi, e di questi ci scusiamo con chi, pur essendo in regola con i pagamenti, li ha subiti. Non possiamo più permetterci di non recuperare questi crediti e per venire incontro a chi deve saldare il pregresso consigliamo di usare la piattaforma digitale di pagamento. Inoltre presto saranno abilitati anche i Caf per aumentare il “front office”».

Fra i motivi principali di alcuni disallineamenti il fatto che il cittadino non usi per saldare la fattura il bollettino allegato, ma uno “bianco” con il quale Amam ha più difficoltà a riconoscere il saldo. E nelle 75.000 diffide non è allegato alcun bollettino. « Il consiglio – dice la presidente Bonasera – è usare prioritariamente Pago PA dopo aver recuperato, anche sul nostro portale, la copia della bolletta non saldata oppure fare un bonifico». I tempi per mettersi in regola sono slittati al 28 febbraio, ma dopo «Amam non avrà alcuna tolleranza, scatteranno le riduzioni e i distacchi».

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