Messina è tra le prime sei città più “educate” d’Italia. Ed è la più “generosa”. Forse, può far sorridere la classifica stilata da “Preply”, la famosa piattaforma globale di apprendimento delle lingue, che ha realizzato uno studio sui comportamenti maleducati più diffusi. Ma che si tratti di un’angolazione originale da cui giudicare le città italiane, e non secondo i soliti, scontati parametri di tutte le classifiche sulla “Qualità della vita”, è indubbio. Così come sulla generosità dei messinesi si era pronti a scommettere, come conferma il fatto che in tutte le “gare di solidarietà” sul territorio nazionale, la nostra è una città che si è sempre distinta per il suo “gran cuore”. Ma andiamo a vedere nel dettaglio di cosa si tratta. Dicevamo dei comportamenti maleducati più diffusi: tipo, passare molto tempo al cellulare in pubblico, non dare la precedenza nel traffico, non rallentare alla guida quando si passa vicino ai pedoni. Ma non solo. Gli esperti di “Preply” hanno chiesto a un campione di cittadini (oltre 1550, da Nord a Sud, residenti nelle 19 città più grandi d’Italia) la loro opinione su 12 comportamenti, in base a questi è stato dato un punteggio per ciascun comportamento e ciascuna città. Il risultato finale è abbastanza sorprendente. Le città “più maleducate” d’Italia risultano essere una al Nord, una al Sud e una al Centro: sono Venezia, Catania e Parma. Anche Trieste è andata male, aggiudicandosi il primo posto per due comportamenti maleducati diffusi. Mentre è Padova la città più educata in assoluto, però, come si legge nel report della società ha redatto lo studio, «gli abitanti di Messina si aggiudicano il titolo di più generosi». Tra le città virtuose vi sono Roma al quinto posto, nonostante il traffico, e poi anche Napoli e Palermo. Nella classifica generale, dietro Padova, Firenze, Modena, Verona e Bologna, c’è Messina, con un indice di maleducazione pari a 5,89: «La città siciliana – si legge – è particolarmente virtuosa nel lasciare le mance, tanto da essersi aggiudicata il titolo di più generosa d'Italia». E in questa particolare graduatoria, Messina supera Brescia, poi Palermo, Modena, Catania, Roma, Napoli, Firenze, Bari, Milano, fino ad arrivare all’ultima delle 19 città, cioè la “meno generosa”, Parma. Tra i comportamenti stigmatizzati, vi è anche “l’essere particolarmente rumorosi in pubblico” o “l’adottare gesti di scortesia nei confronti del personale di servizio”. A pesare sul voto complessivo, sicuramente i comportamenti legati al traffico frenetico della città e non è un caso che tra le 10 città più maleducate ce ne sono 7 del Nord Italia: «Nella maggior parte dei casi – analizzano gli esperti –, si tratta di località in cui gli spazi vitali sono ridotti al minimo e il traffico è un vero problema». Venezia la più “maleducata”? Sembra strano ma così è risultato, anche a causa dei punteggi alti ottenuti in riferimento a comportamenti disdicevoli quali il saltare la fila e il non rispettare gli spazi altrui. Riepiloghiamo i 12 comportamenti sui quali è stata basata la classifica. 1) Essere assorbiti dal cellulare in pubblico. 2) Non lasciar passare le automobili che confluiscono da altre corsie o strade. 3) Non rallentare quando guidano in prossimità di pedoni. 4) Essere rumorosi in pubblico, 5) Non salutare o fare un cenno con la testa agli sconosciuti. 6) Guardare video in pubblico. 7) Parlare in vivavoce in pubblico. 8) Linguaggio corporeo chiuso, che comunica inaccessibilità. 9) Non rispettare lo spazio personale. 10) Essere maleducati con il personale di servizio. 11) Non lasciare la mancia. 12) Saltare la fila. Credevamo che nella nostra città questi comportamenti fossero abitudini radicate, quasi inestirpabili, e spesso ognuno di noi si lamenta degli altri per, poi, incorrere negli stessi “errori”. Chi non ha mai parlato in vivavoce in pubblico? O chi spesso non rispetto lo spazio delle altre persone? Chi non ha cercato di saltare mai una fila? Chi talvolta non si è rifiutato di dare la mancia a un giovane cameriere? O ancora l’essere rumorosi e quel cellulare utilizzato h24? Eppure, ci sono città dove, secondo la percezione degli intervistati, questi comportamenti sono ancora più estesi. Possiamo, alla fine, anche sorridere di questa classifica, ma è uno strumento che ci può insegnare a essere ancor più generosi ed educati, perché anche da questo dipende la qualità del vivere urbano.