È un’emorragia inarrestabile. L’emergenza dello spopolamento, e della desertificazione sociale e produttiva, a Messina continua a essere certificata in modo inoppugnabile dai numeri, dai dati, dai raffronti e dalle percentuali. In attesa del “Bilancio demografico” del Comune, che è fermo al 2018 – e non si capisce bene il perché... – i dati (provvisori) del “Bilancio demografico” redatto dall’Istat, mese per mese, nel 2022 confermano il trend negativo, sono le cifre di una discesa in caduta libera, le immagini di una slavina. Lo ripetiamo: si tratta di dati provvisori, che riguardano l’anno appena concluso e che comprendono il periodo da gennaio a ottobre (mancano, dunque, gli ultimi due mesi del 2022). Si parte ovviamente da gennaio, con la popolazione residente a Messina censita in 221.246 unità, di cui 115.120 donne e 106.120 uomini. Il Censimento generale del 1981 fotografava una dinamica di crescita esponenziale, che aveva portato la popolazione messinese alla soglia dei 260.233 abitanti. Nell’arco di vent’anni, si è arrivati ai 243.262 abitanti del 2011. Poi, negli ultimi 11 anni è come se ci fossero stati gli effetti di una catastrofe naturale, che ha progressivamente ridotto la popolazione, di oltre 20mila unità. Al 31 dicembre 2018, la data dell’ultimo “Bilancio demografico” stilato dal Comune, la popolazione calcolata Istat risultava essere pari a 232.555 abitanti, di cui 111.558 maschi e 120.967 femmine in costante decremento, (-1.738 abitanti rispetto al 2017 e -10.359 unità rispetto all’anno 2011). Ma torniamo al 2022. Il saldo naturale anagrafico di gennaio è stato di -241, con 148 nati e 389 morti. Poi, febbraio: la discesa continua. Dai 221.246 del mese precedente, si passa a 220.876, anche per effetto del saldo naturale anagrafico sempre più negativo (270 morti, 109 nati vivi), oltre che del cambio di residenza di molti messinesi che hanno cercato fortuna altrove. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Messina