La pagina giudiziaria dell’inchiesta di Messina sui bilanci comunali della giunta Accorinti si chiude definitivamente. Il giudice monocratico Concetta Maccarrone ha infatti dichiarato inammissibile il reclamo che dopo l’archiviazione del procedimento penale aveva presentato nei mesi scorsi l’avvocato Carmelo Scillia per conto dell’avvocato Rosario Cucinotta, il "super creditore" del Comune che a suo tempo fece scattare l’inchiesta con un esposto in Procura. Nel suo reclamo, in sintesi, il legale chiedeva che venisse dichiarata la nullità del provvedimento di archiviazione dell’inchiesta deciso dal gip, prospettando una serie di considerazioni tecniche. Adesso però il giudice si è pronunciato, dichiarando inammissibile il reclamo. «... il proposto reclamo - scrive tra l’altro il giudice Maccarrone nella sua ordinanza, ed è forse questo il passaggio-chiave -, nella sua struttura, nonostante la premessa di voler eccepire la violazione del contraddittorio attraverso la censura del vizio motivazionale, in realtà oppone la propria ricostruzione dei fatti a quella compiuta dal Gip, sottoponendo dunque all’odierno decidente censure di merito inammissibili in sede di reclamo». Nei mesi scorsi si era chiusa con un’archiviazione l’inchiesta penale che vedeva venticinque indagati con al centro la giunta di Renato Accorinti e il corollario amministrativo di funzionari comunali, cioè tutti quelli che vararono i bilanci e i rendiconti di Palazzo Zanca per tre anni, dal 2014 al 2016. L’ipotesi originaria d’accusa era quella classica del “falso in bilancio”. L’inchiesta era stata gestita a suo tempo dal pm Antonio Carchietti, lo stesso magistrato che aveva seguito a suo tempo anche l’indagine sulla giunta Buzzanca per la stessa ipotesi di reato negli anni tra il 2009 e il 2011. E proprio tra queste due inchieste, sul piano temporale, era intervenuta la sentenza della Corte d’appello che il 12 novembre del 2021 aveva assolto tutti i componenti della giunta Buzzanca finiti a suo tempo sotto processo, oltre ai funzionari comunali in carica in quel periodo e membri della giunta e del consiglio comunale dell’epoca che, a vario titolo, si erano occupati dei documenti contabili del Comune. Questo era stato sostanzialmente il motivo che nei mesi scorsi aveva spinto il magistrato a chiedere l’archiviazione, accolta poi dal gip Pagana.