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Linguaglossa, spinte e ceffoni da motocilisti a un biker nel Parco dell'Etna

Il ciclista aveva soltanto fatto notare che in quel territorio il loro ingresso non era consentito

Increscioso episodio di violenza si è registrato, qualche settimana addietro,  tra i boschi del Parco dell’Etna nel territorio di Linguaglossa. Una violenza immortalata dalla vittima dell’aggressione: un video che in pochi giorni è diventato virale. Ad  essere preso di mira un ciclista che aveva fatto “notare” ad alcune persone amanti dell’enduro che trattandosi di una zona protetta come quelle del Parco dell’Etna l’ingresso delle moto non era consentito. Un “richiamo” non gradito dagli interlocutori del ciclo amatore che si sarebbero avventati contro il giovane che teneva con se, probabilmente una mini telecamera dotata del supporto da petto che avrebbe registrato il tutto: spinte, ceffoni, colpi di casco, parolacce e insulti. Un video che è giunto anche tra le mani del presidente del Parco dell’Etna Carlo Caputo, il quale avrebbe informato del fatto le autorità competenti; quest’ultime avrebbero già individuato gli autori dell’insensata aggressione. “Ringrazio il Corpo Forestale per il lavoro d'indagine compiuto su mia segnalazione. Un lavoro per nulla facile visto la mancanza di denunce- ha scritto il presidente Caputo- Mi sono fatto personalmente carico della denuncia, perché fatti del genere vanno condannati e combattuti. Il Parco dell'Etna- ha specificato ancora Caputo- non dirige alcun Corpo di vigilanza né dirige il Corpo Forestale. Posso sostenere che fin dall'inizio del mio mandato che l'Etna è un condominio senza amministratore di condominio. Tanti sono gli enti pubblici che operano ed ognuno con le sue competenze specifiche assegnate dalla Legge. Un accorpamento di competenze ad unico ente pubblico forse aiuterebbe- ha concluso il presidente del Parco dell’Etna- ma sono riflessioni che lascio al futuro”.

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