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Morte Benedetto XVI, l'arcivescovo di Messina: un esempio per tutti gli uomini

Alla notizia della morte del papa emerito Benedetto 16mo, l’arcivescovo di Messina mons. Giovanni Accolla assieme al suo ausiliare mons. Cesare Di Pietro hanno invitato la cittadinanza a pregare per lui con il rintocco delle campane che i parroci delle chiese hanno provveduto a far risuonare. “Papa Benedetto è stato un uomo umile e di comunione. L’umiltà ha caratterizzato anche il rapporto con il suo successore papa Francesco. Un esempio per tutti gli uomini e per la Chiesa tutta, in un momento di forte conflittualità, la testimonianza che insieme i due pontefici ci consegnano è il segno di una grande comunione ecclesiale”. Con queste parole mons. Accolla ha voluto ricordare papa Ratzinger, sottolineando la gratitudine della comunità diocesana messinese per l’elevazione agli onori degli altari del Beato Antonio Franco il 2 settembre 2013, a Santa Lucia del Mela, un uomo che a 4 secoli di distanza è ancora attuale per il suo impegno contro l’usura e ogni forma di prepotenza. Un impegno condiviso da papa Benedetto, come testimonia il suo intervento al convegno regionale Famiglie e Giovani “Lo sguardo del coraggio per una educazione alla speranza”. E’ rimasto nella memoria di tutti l’omaggio floreale che ha voluto fare a Capaci, nel tratto autostradale dove persero la vita il giudice Giovanni Falcone e gli uomini della scorta, vittime della violenza mafiosa.

Anche mons. Di Pietro ha voluto condividere la sua testimonianza sul pontefice: “La Chiesa ha perso oggi un grande pastore ma lo ha guadagnato come intercessore. Il nome da papa, Benedetto, è rivelativo della sua personalità: come san Benedetto, la sua vocazione è stata caratterizzata dalla regola dell’ora et labora. La sua missione apostolica è stata sempre sostenuta da un profondo spirito di preghiera nella quale tutto ciò che contemplava veniva poi trasfuso nel suo insegnamento, di una ricchezza e una profondità tali da essere un patrimonio inesauribile per la chiesa di oggi. Il suo magistero nelle encicliche e tutti gli altri testi restano un patrimonio a cui attingere per lunghi decenni”.

Tra le testimonianze, significativa quella di don Giuseppe Di Stefano, parroco della comunità Madonna delle Lacrime del villaggio Padre Annibale a Bordonaro: “Era il 2008, per la festa della Madonna della Fiducia, patrona del Seminario Romano. Ero accolito e prestavo servizio pastorale al G11 del carcere di Rebibbia, ricordo quell’esperienza come la più bella e la più dura dei miei anni di seminario. Con i detenuti condividevo un percorso di catechesi come anche l’esperienza di un coro e, proprio in prossimità dell’annuale visita del Papa in seminario per la festa, loro stessi mi chiesero di portare a Benedetto XVI alcune lettere che avevano scritto, insieme al grande desiderio di poterlo incontrare in carcere. Il cerimoniale era molto rigido e non era permesso parlare al Papa se non nei saluti ufficiali, affidati dal rettore a un altro seminarista che non ero io. Sapevo però che non potevo deludere le attese degli amici di Rebibbia, così vinsi la mia timidezza e, dopo la foto di gruppo con i compagni di classe, “bussai” alla spalla del Papa per dirgli quanto i detenuti gli volessero bene e desiderassero incontrarlo. Il Papa sorpreso dall’intraprendenza di quel giovane e capellone seminarista che oggi è prete da 12 anni, seppur con pochi capelli rispose: “Li benedico... Certamente li andrò a trovare”. Consegnai quelle lettere a chi stava accanto a lui, mentre io stesso ero stupito di quanto avevo fatto. Il resto è storia. Papa Benedetto visitò i detenuti di Rebibbia il 18 dicembre del 2011”.

Mons. Accolla ha chiesto ai parroci delle comunità diocesane di celebrare una messa martedì 2 gennaio. Mercoledì 3 alle 18 sarà lui a presiedere la celebrazione in Duomo alle 18.

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