Le feste di Natale d’altri tempi nelle pagine della “Gazzetta”: fine anni Sessanta, l’arcivescovo mons. Francesco Fasola cerca di portare il messaggio del Concilio nella Chiesa cittadina. «Il Natale dei messinesi simbolizzato dalla Messina dell’arcivescovo a Villa Lina», rilevava il quotidiano, raccontando della visita del presule tra i baraccati della traversa Quaranta. Siamo a ridosso di quel ’68 che per Messina voleva dire sessantesimo anniversario del terremoto. Il Comune, su sollecitazioni del mondo culturale cittadino (determinante il ruolo di Giuseppe e Rosa Uccello), decide di riaprire il Teatro Vittorio Emanuele, ancora in stato di degrado, con un concerto sinfonico. Il maestro Zino dirige con la bacchetta di Paolantonio, il maestro di quella tragica notte in cui fu messa in scena l’Aida: il cimelio venne recuperato dalle macerie del teatro e donato dagli eredi del custode del teatro Antonio Scuderi. Legato all’opera verdiana, il concerto che la “Bellini” organizzava per inaugurare la sua stagione musicale.
Per commemorare il sisma si tiene un’assise tra studiosi e esperti delle derive dello Stretto, oltre che una celebrazione in Cattedrale. Ma la cronaca riporta notizie curiose: «Emigrato torna a Messina dopo 60 anni di America», rimarca il giornale del 20 dicembre 1968, che racconta la storia di Antonio Chillè di Bordonaro, partito un anno prima del terremoto verso gli States, dove si affermò, dirigendo un supermercato a Philadelphia.
Tra esempi di “solidarietà natalizia” venivano segnalati i doni ai ciechi di Collereale e un omaggio (apparecchio radiologico) al lebbrosario (da parte dei Cavalieri di Malta). Non mancavano le manifestazioni natalizie per i bambini, tra cui un Festival della canzone che nel 1969 vide tra i vincitori la piccola Rosaria Doddis con la canzone “È scesa a una stella”, di Gianni Augurio e del mitico maestro Carletto Scuderi. In questa scia musicale per bambini, ecco anche il “Festival delle Isole Eolie” di Lipari. E che dire della cucina? Le celebri rosticcerie facevano a gara a offrire prelibatezze e specialità locali e non: Borgia pubblicizzava tortellini, ravioli, gnocchi, rustici, la “brioscia Borgia”, ma anche porchetta, cacciagione, tartine varie e panettone a sorpresa, con il Faro stravecchio 1958 e spumante. La pasticceria Jeni metteva in vetrina, da le sue meraviglie dolciarie, i cestini con dolciumi, i mitici panettoni artigianali, gli assortimenti di vini. I fratelli Traina titolari dell’Hotel Reale e dell’Hotel Belvedere di Messina pubblicizzavano i due alberghi, due eccellenze indimenticabili per i messinesi. E che dire delle profumerie oggi scomparse, come la Venus del Viale, che era concessionaria dei più importanti e rinomati profumi internazionali (Arden, Arval, Lancaster, D.Gray…). Nei cinema impazzano i successi come “Serafino” di Celentano, film di Capodanno dell’Apollo. Rispondeva il Trinacria con la coppia Sordi-Manfredi (Riusciranno i nostri eroi…), il Metropol con “Straziami ma di baci saziami”, il Lux con la bambolona, il Garden con un western, il Savoia con Gli amanti…
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