Due anni di reclusione per nove dei dieci medici indagati, assoluzione piena («il fatto non sussiste») per uno solo di loro. Sono queste le richieste avanzate, ieri mattina, dalla sostituta procuratrice Anna Maria Arena, al termine della requisitoria al processo sul caso Lavinia Marano. Un caso che, il 23 settembre di sei anni fa, sconvolse i tanti messinesi che conoscevano la 44enne, per la quale il giorno più bello della vita di una donna, quello della nascita del proprio figlio, si è trasformato in quello della tragedia. Due forti emorragie, alcuni arresti cardiaci, poi la fine: Lavinia è morta al Policlinico dopo aver dato alla luce il piccolo Francesco, il suo primogenito. E da allora i suoi familiari non si danno pace.
La denuncia bagnata di lacrime e dolore presentata ai carabinieri ha portato all’apertura di un’inchiesta da parte della Procura e all’iscrizione, nel registro degli indagati, in una prima fase di 5 sanitari, poi di 13, adesso il processo è alle battute finali per 10 operatori dell’ospedale universitario: 5 medici del reparto di Ostetricia e Ginecologia, un medico anestesista, tre ostetriche e un’infermiera.
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