Una «ricognizione analitica», reparto per reparto, disciplina per disciplina, di tutto il personale universitario di categoria Ep (Elevata professionalità) equiparato a dirigenza medica, per verificare che quanto sta avvenendo al Policlinico – la revoca degli incarichi dirigenziali che gli stessi ricoprivano da anni – non provochi «nocumenti o interruzioni dell’attività assistenziale» e «al perseguimento degli obiettivi di programmazione regionale». Quindi «una valutazione dell’intero onere economico sopportato dall’azienda universitaria anziché dall’Ateneo, ponendo in essere ogni utile azione di recupero», con conseguente «esatta quantificazione e relativo accertamento ed iscrizione in bilancio delle somme». Il tutto «con la dovuta celerità». È perentorio il secondo, duro intervento del dirigente generale dell’assessorato regionale alla Salute, Mario La Rocca, sul “caso Policlinico”. Il caso, cioè, di quei medici universitari con la famosa qualifica “Ep” ai quali, nelle scorse settimane, con una raffica di provvedimenti, il commissario straordinario dell’azienda ospedaliera, Giampiero Bonaccorsi, ha revocato gli incarichi dirigenziali, “retrocedendoli” a funzionari.
La Rocca era già entrato a piedi uniti nella vicenda a metà ottobre, istituendo un tavolo tecnico con il Policlinico che, poi, si è effettivamente tenuto il 3 novembre scorso. Lunedì dall’ufficio di La Rocca è partita una nuova lettera, inviata ancora a Bonaccorsi, che riassume gli esiti di quel tavolo. E apre, di fatto, una nuova fase delicata al Policlinico, ma anche all’Università, con il rischio di un danno erariale da una parte e di una nuova posta di bilancio “di peso” dall’altra.
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