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Messina, lo spaccio di droga a Faro Superiore: sono undici gli indagati. I NOMI

Inizia a passare al vaglio del Riesame l’indagine che lo scorso ottobre ha smantellato una rete familiare di spaccio nel villaggio di Faro Superiore, e che vede coinvolti sul piano degli indagati undici persone. Si tratta di Alessandro Molonia, 34 anni; Carmelo Guarnera, 26 anni; Marisa Scimone, 47 anni; Desirè Maucci, 27 anni; Francesco Maucci, 32 anni; Patrizia Ingemi, 55 anni; Salvatore Scardaci, 51 anni; Alessandro Berenato, 29 anni; Mariassunta Guarnera, 27 anni; Maicol Scimone, 24 anni; Fabio Pietro Paolo, 27 anni.
Secondo quanto hanno ricostruito la Procura e i carabinieri si trattava di un gruppo organizzato che usava dei giovanissimi, anche sotto i 14 anni, per nascondere la droga (cocaina e marijuana). Il 19 ottobre è stata eseguita dai militari un’ordinanza di applicazione della misura cautelare nei confronti di sette persone, sul cui conto sono stati riconosciuti gravi indizi di colpevolezza per il reato di “associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti”. Due sono finiti in carcere, quattro ai domiciliari e uno ha l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
L’attività investigativa ha fatto emergere l’operatività di un sodalizio criminale, che smerciava marijuana nel villaggio della zona nord. Avevano cominciato la loro attività poco prima del 2020 e anche durante il lockdown si era dati un gran da fare. In quelle strade però i movimenti destavano più sospetti e così sono scattate le segnalazioni dei residenti. Da questo allarme sociale sono scattate le indagini e i primi interventi.
In base alle indagini sarebbe emerso che il nucleo di Faro Superiore fa riferimento ad una famiglia del posto e ad altri affiliati, ma che i contatti per i rifornimenti fossero con elementi della criminalità di Giostra, alcuni dei quali, sono finiti nella rete dell’indagine. Due ragazzini under 14, non imputabili, erano utilizzati per nascondere lontano dai controlli la droga. Altri componenti del gruppo, secondo uno schema tipico delle piazze di spaccio, si occupavano delle vedette.
L’indagine ha avuto una genesi particolare, legata ad un fatto di sangue, il tentato omicidio di Pippo Molonia a Bisconte. Scrive infatti il gip Fabio Pagana nell’ordinanza, che «... nell'ambito del procedimento relativo al tentato omicidio ai danni di Molonia Pippo, fratello di Molonia Alessandro, veniva monitorata l'utenza telefonica in uso a quest'ultimo e ciò faceva emergere la dedizione del predetto Alessandro, odierno indagato, all'attività di smercio di sostanze stupefacenti. In sostanza gli episodi di cessione e/o detenzione illecita di sostanza stupefacente contestati nel presente procedimento emergono compiutamente dalle conversazioni captate e versate in atti che, come si vedrà, hanno consentito di accertare non solo la dedizione di Molonia Alessandro all'attività di spaccio ma anche di ricostruire una più ampia trama di rapporti tra i soggetti coindagati».

Annullamento per Pietro Paolo

Rispetto al quadro delineato dalle indagini e dall’accusa il Tribunale del riesame ieri ha annullato totalmente l’ordinanza di custodia cautelare a carico di Fabio Pietro Paolo, e annullato in relazione al reato associativo l’ordinanza per Salvatore Scardaci. I due sono assistiti rispettivamente dagli avvocati Antonello Scordo e Carolina Stroscio. Per Pietro Paolo i giudici hanno disposto quindi la scarcerazione se non detenuto per altra causa, per Scardaci hanno sostituito la misura degli arresti domiciliari con l’obbligo di firma. Per il resto i giudici del Riesame hanno sostanzialmente confermato il quadro accusatorio, che vede delineata l’operatività di un’associazione dedita allo spaccio di sostanze stupefacenti a Faro Superiore.

 

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