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Pronto soccorso del Policlinico: a Messina lo scandalo continua

La realizzazione di un reparto di assistenza fondamentale per tutta la città e la Sicilia. Un cantiere regionale aperto nel dicembre del 2020 che è ancora una clamorosa incompiuta e rischia di restare tale. Ecco le foto recenti dei lavori al padiglione E

La scandalo del nuovo pronto soccorso del Policlinico da realizzare al padiglione E continua. Un cantiere regionale aperto nel dicembre del 2020 che è ancora una clamorosa incompiuta. E rischia di restare tale. Così come si fa sempre più concreto il rischio che i tempi di consegna slittino di mesi. Le foto scattate 48 ore fa parlano chiaro. Ancora la fine è lontana. Altro che 31 ottobre come data ultima di chiusura cantiere, ormai già superata. Qui se va bene, e siamo fortunati, secondo alcuni addetti ai lavori istituzionali solo a dicembre forse si potrà concretamente intravedere qualcosa.
Anche se l’impresa, la “Leil Costruzioni” di Partinico, sta continuando ad operare in cantiere, a quanto pare ci sono serie preoccupazioni sul pagamento dei prossimi stati di avanzamento. È necessario quindi dare l’ennesima accelerata per quella che è ormai divenuta una autentica “farsa sanitaria”. Medici e pazienti intanto si “arrangiano” da mesi la padiglione C, dove per fortuna è scomparso il “tendone blu della vergogna”, visto che l’amministrazione del Policlinico ha realizzato a proprie spese un triage per tamponare la situazione.
In tema di sanità c’è poi un altro capitolo che rischia di non essere mai aperto, ed è quello relativo al potenziamento dell'ospedale “Fogliani” di Milazzo. In questo plesso infatti era stata progettata la riqualificazione integrale del pronto soccorso con annessa terapia intensiva. Il progetto è pure finanziato con una delibera della giunta di governo regionale del dicembre del 2021, e assieme a questi reparti è stato progettato e finanziato un nuovo reparto di terapia sub intensiva all’ospedale Papardo, a completamento degli interventi in corso.
Ma inspiegabilmente - come ha denunciato nei mesi scorsi l’ex soggetto attuatore, l’ing. Tuccio D’Urso, e forse proprio questo gli è costato il posto -, questi interventi non sono mai stati autorizzati dal Dipartimento per la pianificazione strategica dell'assessorato alla Salute.
In questo quadro il nuovo soggetto attuatore, l’architetto Salvatore Lizzio, nominato da poche settimane dal presidente della Regione Renato Schifani al posto di D’Urso, giovedì farà il punto della situazione sul “caso Messina”, probabilmente sentendo il Rup che ha nominato come responsabile unico del procedimento per l’area di Messina, l’attuale ingegnere capo del Genio Civile della nostra città, che è l’ing. Nicola Alleruzzo. Un sistema che Lizzio ha attuato per tutte e nove le province siciliane.
Ma l’ex D’Urso non si rassegna: «Evidentemente la mia frenetica attività - dice -, visto che in due anni ho aperto 50 cantieri dei 75 del Piano, non è stata digerita ai piani alti dell’amministrazione e della politica palermitana. E andati via presidente e assessore l’occasione è stata ottima per sbarazzarsi della mia persona. Sono estremamente preoccupato per l’ultimazione dei 50 cantieri aperti e per la cantierizzazione dei 25 progettati e finanziati. Evidentemente - conclude -, reclamare i diritti ad un’assistenza sanitaria pubblica è una colpa gravissima, di cui sconto una paradossale pena!».

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