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Messina, si apre la questione dei “poteri speciali”: "Tornino al Comune"

Il tema del risanamento delle baraccopoli di Messina torna in primo piano. La maggioranza consiliare, che sostiene la Giunta Basile, e anche parte della deputazione messinese (il deputato Francesco Gallo e la senatrice Dafne Musolino eletti con “Sud chiama Nord” di Cateno De Luca), sono pronte a chiedere il trasferimento dei poteri commissariali dalla Prefettura al Comune di Messina.
Bisogna fare un passo indietro, esattamente alla legge speciale, votata in Parlamento nel maggio 2021, voluta dall’ex ministra del Sud Mara Carfagna. Quella legge, oltre a stanziare 100 milioni di euro per il Risanamento, ha affidato il compito di commissario, anzi di commissaria, alla prefetta Cosima Di Stani. La scelta fu concordata tra le forze politiche della maggioranza che sosteneva il governo Draghi (Pd e 5Stelle in testa), individuando una figura di alto profilo istituzionale ed evitando così di fare un “favore” all’odiatissimo sindaco del tempo, Cateno De Luca.
Adesso il mandato commissariale affidato alla prefetta scadrà esattamente il 30 giugno 2023. Già prorogato, potrebbe durare al massimo per altri sei mesi, non oltre il 31 dicembre del prossimo anno. Da qui la richiesta che già in estate i poteri commissariali possano essere affidati al sindaco di Messina, trattandosi di un tema che coinvolge pienamente l’ente locale, e che la legge speciale venga anche rifinanziata, dal momento che era stato detto che quei cento milioni di euro sarebbero stati la base sulla quale fondare gli interventi volti a eliminare definitivamente tutte le baraccopoli in riva allo Stretto. E ovviamente, per far questo, quei 100 milioni non sono sufficienti.

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