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Gaggi e Giarre, le due case per anziani sotto inchiesta: cadono le accuse di attività estorsive

Il Riesame di Messina annulla parzialmente l'ordinanza. Confermati gli arresti domiciliari nei confronti di quattro indagati

Cambia il quadro delle esigenze cautelari nell’ambito dell’inchiesta sui presunti illeciti in alcune strutture per anziani del comprensorio ionico. Nella “battaglia” tra accusa e difesa, è quest’ultima a incassare un punto a proprio favore, complice la decisione del Tribunale del riesame di Messina, che ha accolto, seppur parzialmente, il ricorso proposto dall’avvocato Salvatore Silvestro, che assiste gli indagati Rosa Arcidiacono, Federico Parisi, Mauro Francesco Parisi e Rosario Parisi. In particolare, il collegio presieduto dalla giudice Maria Vermiglio e composto anche dalle colleghe Alessia Smedile e Letteria Silipigni, ha annullato l’ordinanza firmata dalla gip del Tribunale di Messina Claudia Misale, lo scorso 3 ottobre, limitatamente alle attività estorsive, mentre restano in piedi i reati di minore entità, ossia quelli riconducibili all’associazione semplice e al caporalato nelle case di alloggio per anziani “La Reggia dei nonni” di Gaggi e “Casa Parisi” di Giarre. Disposta, altresì, dal Tribunale della libertà la «conferma della misura cautelare degli arresti domiciliari» eseguiti dalla Guardia di finanza. Il round precedente si era disputato davanti alla giudice per le indagini preliminari, con gli interrogatori di garanzia. Nunziato Parisi, attualmente ai domiciliari, e la sorella Maria Grazia, sottoposta all’obbligo di firma tre volte alla settimana, avevano fatto scena muta e si erano avvalsi della facoltà di non rispondere; la moglie Rosa Arcidiacono e i figli Rosario, Mauro Francesco e Federico Parisi avevano invece provato a chiarire le rispettive posizioni al cospetto anche della sostituta procuratrice Francesca Bonanzinga, titolare dell’inchiesta. Sostanzialmente, avevano respinto le accuse mosse dagli inquirenti e asserito che i lavoratori impiegato nelle “case” godevano delle giornate di riposo e che gli orari in cui prestavano servizio fossero adeguati alle norme di riferimento.

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