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Droga a Messina, ad Arrigo e Tamburella contestato il reato associativo

L’inchiesta antidroga della Dda e delle Fiamme gialle di Reggio Calabria: i rapporti con gli indagati messinesi nell’ordinanza del gip. Durante l’interrogatorio entrambi si sono avvalsi della facoltà di non rispondere

Il rione di Giostra e il villaggio di Santa Lucia sopra Contesse sono rappresentanti a pieno titolo, come piazze di spaccio, nell’operazione Magma 2, firmata dalla Direzione distrettuale antimafia e dalla Guardia di finanza di Reggio Calabria. I referenti rispondono al nome di Angelo Arrigo, 34 anni, già balzato agli onori delle cronache messinesi nell’inchiesta “Market place”, che ha tolto il velo dal narcotraffico a ruota libera in alcune palazzine di via Seminario Estivo, e Vittorio Tamburella, 33 anni, operante invece nella zona sud del territorio peloritano. A entrambi l’Ufficio inquirente retto dal procuratore Giovanni Bombardieri contesta (soprattutto) il reato associativo. Dai capi d’imputazione contenuti nell’ordinanza siglata dal gip Antonino Foti, si legge che Arrigo si sarebbe associato con Umberto Bellocco, Giuseppe Cotroneo, Francesco Agostino, Francesco Di Giacco, Antonio Caracciolo, Ersidio Shkurti, Carlo Pezzo e Giovanni Greco «allo scopo di commettere delitti relativi a sostanze stupefacenti del tipo cocaina e marijuana, anche per quantitativi ingenti, che veniva ceduta a terzi e commercializzata». L’indagato messinese, rinchiuso in carcere, avrebbe rivestito il ruolo di «partecipe» del sodalizio, visto che «acquistava stabilmente dai componenti del gruppo consistenti quantitativi» di droga «destinata ad essere immessa nel mercato messinese».
Tamburella, analogamente, stando all’accusa, avrebbe avuto compiti attivi nella consorteria, «provvedendo a detenere e trasportare gli stupefacenti per il successivo spaccio, ricercare in tutta la Calabria (Reggio, Santa Eufemia d’Aspromonte, Sinopoli e Rosarno) e in Sicilia (Messina e Catania) soggetti interessati all’acquisto della droga», occupandosi poi della «cessione» e di «fare da mediatore tra acquirenti e fornitori, lucrando la commissione per il servizio reso e curando tutte le fasi delle trattative fino alla consegna materiale della droga commissionata».

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