Crescono i costi di trasferimento dei rifiuti verso le discariche sempre più lontane e, a cascata, cresce anche la Tari che dovremo pagare. Per fortuna che la raccolta differenziata, quella fatta con grande partecipazione dai messinesi, ha salvato la città da una stangata.
A Palazzo Zanca “ la casa brucia” da qualche tempo. Nel senso che dalla fine dell’estate è scattato l’allarme per l’impennata dei costi della gestione dei rifiuti. Mentre restano in linea con le previsioni quelle di Messina Servizi per la raccolta e il personale, sono fuori controllo quelli per il conferimento dei rifiuti indifferenziati dopo il trattamento.
Un’escalation che il Comune di Messina è riuscita, adesso, a quantificare scoprendo, con amarezza, che solo fino al prossimo mese di dicembre, serviranno 3.140.000 euro in più rispetto a quanto previsto nel piano Tari. Come è noto, da molti anni, tutti i costi della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti sono a carico diretto dei cittadini che pagano il tributo per far fronte. In nessun modo può partecipare a questa spesa il Comune con altre voci di bilancio. E allora a inizio anno viene preparato il preventivo di spesa per i successivi 12 mesi e viene diviso fra tutti i cittadini che se ne fanno carico in proporzione alla grandezza dell’abitazione (o dell’esercizio commerciale) e del nucleo familiare. I messinesi hanno già ricevuto e pagato le prime due rate della Tari e a fra un mese si troveranno nella cassetta della posta il conguaglio, la terza rata, che dovrà essere pagata entro gennaio.
Secondo i conti del Comune, l’ammontare del costo del macro capitolo rifiuti passerà, per il 2022, da poco più di 54 milioni a poco più di 57 milioni, neanche a dirlo, il record ogni tempo per la città di Messina. Quei tre milioni e centomila euro in più che serviranno per poter chiudere i conti del 2022 senza lasciare debiti in giro per la Sicilia, valgono il 5,5% dell’intero valore della Tari e questo, vuol dire che i messinesi dovranno pagare, poi vedremo quando, anche questo plus. Che non è nemmeno il primo e temiamo l’ultimo. Infatti la Tari di quest’anno aveva già avuto una crescita del 7%, rispetto a quella precedente. Anzi, sempre per i costi di smaltimento, l’impennata era stata del 12%, poi ridotta grazie al lavoro dell’ufficio tributi che ampliò la platea dei contribuenti scovando gli evasori e di Messina Servizi che ottimizzò il lavoro.
Il 5,5% in più vuole dire che il fardello sulle spalle del contribuente messinese cresce, in una famiglia media, con una casa senza troppe pretese per grandezza, di altri 20 anche 25 euro. E questo solo per coprire gli extracosti degli ultimi 4 mesi dell’anno.
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