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Messina, zona Falcata: buone notizie per la bonifica

Se i riscontri sul campo daranno l’esito atteso, potrebbero anche essere sufficienti i 20 milioni di euro già stanziati dal Governo. La tesi ottimistica del prof. Giovanni Randazzo rispetto al supplemento di indagini legate al Piano di caratterizzazione. I fondi vanno trovati per la rigenerazione urbana

Il piano delle bonifiche della Zona falcata potrebbe rivelarsi meno costoso di quello che finora si è immaginato. E la ragione l’aveva spiegata, in un suo intervento all’indomani della Conferenza dei servizi svoltasi a Palermo, il prof. Giovanni Randazzo, uno dei massimi esperti in materia e componente del gruppo di lavoro di UniMe, coordinato dalla professoressa Candida Milone. È utile spiegare in premessa questo particolare aspetto, prima di vedere cosa sta succedendo e cosa dobbiamo aspettarci in futuro, in quali tempi, con quali fondi, prima di poter ripensare davvero la Falce, in un’ottica di riqualificazione ambientale e di valorizzazione turistica e culturale.
Randazzo, in riferimento a quella Conferenza dei servizi dove la Regione siciliana aveva chiesto un supplemento di indagini collegato al Piano di caratterizzazione presentato dall’Autorità di sistema portuale dello Stretto e dall’Università lo scorso mese di luglio, aveva definito l’esito tutt’altro che negativo, anzi «un assoluto successo, mirato a risolvere il problema, spendendo in modo intelligente le somme disponibili. Come prima cosa, tutti si sono complimentati per la qualità e il livello di approfondimento dello studio di caratterizzazione e il conseguente modello concettuale redatti dal gruppo di lavoro dell’Università di Messina coordinato dalla professoressa Milone.

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