Disco verde della Regione il progetto di aggiornamento del Piano stralcio di bacino per l’assetto idrogeologico (Pai) relativo agli aspetti geomorfologici del Comune di Messina. Riguarda, nello specifico, una porzione di territorio compresa tra Capo Peloro e il torrente Saponara, il torrente Fiumedinisi e Capo Peloro. L’approvazione si è materializzata giovedì scorso, con un decreto firmato dal segretario generale dell’Autorità di bacino Leonardo Santoro. Si compone di cinque articoli e nel quarto ci si rivolge all’Amministrazione della città dello Stretto: «Al fine di garantire un’azione di prevenzione, le disposizioni dichiarate immediatamente vincolanti assumono valore di “misure di salvaguardia” fino all’approvazione definitiva. Nelle more, gli Enti territorialmente interessati sono tenuti ad adottare i provvedimenti di proprai competenza a tutela della pubblica incolumità». L’aggiornamento abbraccia alcune modifiche del poligono del “Sito di attenzione per elevata e molto elevata suscettibilità alle colate rapide”, determinate dai risultati di alcuni studi di compatibilità geomorfologici prodotti per interventi di trasformazione edilizia. Contemplate, quindi, linee guida molto più restrittive, in seguito, soprattutto, alla tragica quanto devastante alluvione dell’1 ottobre 2009 a Giampilieri e dintorni. «La tipologia di dissesto delle colate rapide, oltre ad essere la più diffusa nel territorio messinese, è caratterizzata da frane di neoformazione, non direttamente determinabili in base a quanto accaduto nel passato», si legge nel documento. I casi raccolti comprendono undici situazioni puntuali corredate da altrettanti studi di valutazione geomorfologica. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Messina