Oggi è il giorno degli interrogatori di garanzia davanti al gip Monica Marino, per le dieci persone finite agli arresti domiciliari nell’ambito delle recente inchiesta sul traffico di rifiuti speciali della Direzione distrettuale antimafia e della Guardia di Finanza. Migliaia di metri cubi di scarti di costruzione e sbancamenti che hanno ingrossato a dismisura un altopiano, sistemati perfino tra gli alberi del bosco per nasconderli alla vista, pronti a colare pericolosamente a valle alle prime piogge autunnali.
Tra gli arrestati ai domiciliari ci sono gli esponenti del gruppo Mancuso, Daniele con i figli Giuseppe e Andrea, e poi una serie di autisti e operai che lavoravano per la loro ditta, la “Sofia.it soc. coop. sociale onlus”. Si tratta di Antonio Maita, Fabio Mangano, Giuseppe Mangano, Antonino Marino, Letterio Mondo, Giuseppe Puliafito e Antonino Romeo. Sono assistiti dagli avvocati Filippo Mangiapane, Pietro Luccisano, Marcello Mangraviti, Simona Arasi, Antonino Garozzo, Antonella Russo, Antonio Amata, Giuseppina Nicita e Antonia Pimpo.
Nell’ambito dell’inchiesta il gip Marino ha sottoposto a sequestro preventivo mezzi e complessi aziendali per un valore di oltre due milioni di euro, e poi ha deciso 15 misure interdittive del divieto temporaneo ad esercitare attività imprenditoriale nei confronti di altrettanti titolari di ditte e rappresentanti di società operanti nel settore dell’edilizia, clienti del gruppo che gestiva una discarica abusiva di ben 38.000 metri quadri nella città dello Stretto.
Tra i coinvolti nelle misure interdittive con alcuni mesi di sospensione dell’attività ci sono invece i costruttori di primo piano della città, come per esempio Enzo Vinciullo, Giuseppe Lupò, Letterio Caronella e Rosario De Domenico, e c’è anche l’imprenditore messinese, ex parlamentare ed ex sottosegretario al Tesoro Santino Pagano, in qualità di rappresentante legale della società S.P.S. srl (di cui Caronella è socio), per i lavori del cantiere denominato “Le Terrazze 2” di contrada Castellaccio.
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