Riprende il giro di vite dell’Amam che è sempre a caccia dei crediti (e che crediti!) che non ha incassato nell’arco degli ultimi anni, rischiando, per questo di finire... affogata.
L’ultimo bilancio disponibile on line dell’azienda Acque (quello del 2019) fotografa un monte di crediti, cioè di fondi fatturati ma non ancora incassati di 79 milioni di euro. La monetizzazione del servizio idrico sembra essere un tema caldo all’Amam più che in altre partecipate (l’incasso della Tari però è effettuata dal Comune e non da Messina Servizi). Nel 2020 su 34 milioni di nuovi crediti ne sono stati incassati nell’anno solo 14. L’anno precedente furono 9 su 22. Il tutto in una gestione tornata in positivo con utili, nel 2020, di oltre 4,5 milioni. Il bilancio del 2021 dovrebbe essere pubblicato a fine mese e arriverà la conferme degli utili, ma certamente anche del carico di crediti.
Per rientrare dal fatturato non incassato, l’Amam ha avviato una prima campagna, per così dire, inedita. Approfittando della nuova piattaforma digitale per i servizi ai cittadini e quindi della possibilità di accelerare i tempi di recupero dei crediti, entro una decina di giorni partirà la richiesta agli eredi o ai detentori di utenze intestate a defunti di provvedere entro 60 giorni alla voltura della propria utenza.
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