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Morte bianca a Giammoro, Alibrandi (Cisl): "Fallimento del sistema, dibattito doveroso"

Non solo dichiarazioni di circostanza ma il dovere di aprire un dibattito sulle condizioni in cui versano le aree industriale del territorio. Ad affermalo il segretario generale della Cisl, Antonino Alibrandi dopo l’ennesima “morte bianca” avvenuta a Giammoro.

«La morte di un lavoratore è il fallimento del sistema – affermano Alibrandi, il segretario generale della Filca Cisl Sicilia Paolo D’Anca e il segretario generale della Filca Cisl Messina, Nino Botta -. Il problema della sicurezza è sempre più diffuso perché non c’è chi controlla che le regole vengano rispettate. Gli enti preposti al controllo, molto spesso, sono sottorganico e non riescono a coprire il vasto territorio di loro competenza. Ma c’è anche una mancanza di cultura tra gli stessi dipendenti che spesso si rifiutano, per superficialità o noncuranza, di attenersi alle disposizioni vigenti».

Per il sindacato occorre su più fronti: «Serve una formazione continua di imprenditori ed operai attraverso gli enti bilaterali di settore, non permettere quelle forme di lavoro che nascondono spesso irregolarità specialmente quando non si applicano i contratti di settore. Inoltre, bisogna intervenire con forme di incentivi nei confronti di quelle aziende che si dimostrano in regola e che rispettano le norme e gli operai, facendo pagare molto di più quelle aziende a rischio dove si verificano continui infortuni e violazioni».

L’ultimo incidente avvenuto a Giammoro, poi, riaccende i riflettori sulla zona industriale. «Un’area per larghi tratti lasciata all’incuria, con capannoni abbandonati e strade dissestate. Come sindacato – aggiungono – lo riteniamo una mancanza di rispetto nei confronti dei lavoratori ed un grave handicap per un territorio che vuole attrarre investimenti e nuovi insediamenti industriali e produttivi. Occorrerebbe un serio ragionamento ed una reale valutazione della situazione attuale delle aree industriali anche alla luce degli importanti investimenti che potrebbero prospettarsi grazie ai fondi del Pnrr e della transizione energetica ed industriale».

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