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Boom di voti, ma Lo Giudice è fuori dall'Ars: "Il progetto va avanti"

La beffa più grande ha un nome e cognome: Danilo Lo Giudice. Era l’unico tra gli uscenti candidati nelle liste a sostegno di Cateno De Luca. Ma soprattutto era ed è il delfino di De Luca stesso, il suo allievo, arrivato all’Ars cinque anni fa proprio al posto del suo mentore, che decise di optare per la sindacatura di Messina. È stato il terzo più votato tra i candidati deluchiani, dopo proprio De Luca e Matteo Sciotto.

Ma oggi è fuori dall’Ars, alla lista “Sicilia Vera”, una delle tre “ammiraglie” su cui aveva puntato De Luca, non è scattato il 5% su base regionale. Anzi, a dirla tutta, a parte l’8% di Messina, altrove è stato un flop, superando il 2% solo a Catania, Enna e Ragusa, rimanendo sotto nelle altre province. «In politica come nella vita si può vincere e si può perdere. Noi abbiamo vinto tante volte, ma purtroppo questa volta non ci siamo riusciti – è il commento amaro del sindaco di Santa Teresa di Riva –. Sapevamo che il nostro era un percorso difficile, tortuoso e sicuramente il poco tempo avuto non ci ha permesso di far comprendere fino in fondo ai siciliani la bontà del nostro progetto. Ancora una volta Cateno De Luca si dimostra un assoluto mattatore politico, riuscendo da solo a raggiungere un risultato strabiliante, che ahimè stavolta non è bastato per la spallata finale. Non conosco ancora i dati definitivi miei personali, ma sono certo che, al di là dei fisiologici errori, siamo riusciti a fare un risultato importante che, pur se non mi ha consentito di essere rieletto, testimonia i sacrifici fatti in questi anni. Il percorso riparte con una nuova linfa e con la consapevolezza di essere una realtà politica siciliana che farà di tutto per far crescere e migliorare la nostra terra di Sicilia».

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