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Messina, gli architetti e la visione strategica

Il presidente dell’Ordine Pino Falzea sottopone alcuni temi “forti” all’attenzione della politica nazionale, regionale e locale. Un’interlocuzione permanente con chi verrà eletto, con il Comune e con l’Autorità di sistema portuale. Il nodo cruciale delle infrastrutture. Le opere essenziali per Messina

Ci sono un sindaco e una Giunta comunale in carica ormai da quasi tre mesi. Fra poche settimane, conosceremo i nomi degli eletti al Parlamento nazionale e all’Assemblea regionale, il colore e la composizione dei Governi a Roma e a Palermo. Ed è in questa fase politica cruciale, destinata a segnare il prossimo quinquennio, che si inserisce l’Ordine degli architetti e dei pianificatori di Messina. «È il momento per far sentire la nostra voce», spiega il presidente Pino Falzea. Il documento che viene sottoposto ai candidati alle elezioni nazionali e regionali, ma alla Politica più in generale, si basa su alcuni punti “programmatici” di grande rilievo. Vediamoli, in sintesi.

È facile comprendere il ruolo centrale che il Sud Italia e la Sicilia potrebbero esercitare nel sistema degli scambi commerciali mondiali, posti come sono al centro dei corridoi intermodali Nord-Sud ed Est-Ovest del globo, con le nuove opportunità offerte dal raddoppio del Canale di Suez», comincia così l’analisi degli architetti messinesi. «Da qui – spiega Falzea – transitano la maggior parte delle merci che poi, per la carenza delle infrastrutture italiane, approdano nei porti del Nord Europa, allungando i tempi di navigazione di settimane, pur di trovare porti gateway, terminali di infrastrutture che permettono ai grandi vettori dei trasporti di raggiungere, via terra attraverso il trasporto su rotaia, l’intero continente. Realizzare le infrastrutture nel Meridione significa renderlo competitivo nel bacino del Mediterraneo e di riflesso aumentare in maniera esponenziale la competitività dell’Italia intera. Un Paese che vede le città meridionali perdere in attrattività (pensate al decremento demografico della Sicilia), non può essere condizionato dai localismi di chi pensa alla prossima competizione elettorale e non al bene collettivo».

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