Come se non bastasse il caro-energia, che assilla tutti senza distinzioni, a Taormina si accende anche la polemica sulle cartelle Tari, una “stangata” che si registra nel momento in cui si è faticosamente intrapresa la via del rilancio, dopo il biennio di pandemia.
Così, proprio le bollette del tributo sui rifiuti rischiano di vanificare il tentativo di ripartenza. Sulla questione, in particolare, vengono contestati al Comune di Taormina sia la tempistica che gli importi che caratterizzano l’invio delle bollette sulla spazzatura, diventate una “sgradita” sorpresa di fine estate per cittadini ed operatori economici.
Le rimostranze maggiori nascono per il fatto che, a fronte degli aumenti in bolletta, il servizio di raccolta dei rifiuti in città presenta diverse criticità. A bilancio il Comune ha deliberato per il 2022 una “lista di carico” che prevede la riscossione Tari per un importo totale di 4 milioni 563 mila 265,49 euro, oltre a 228 mila 164,18 euro per la Tefa, tributo provinciale da riservare alla Città Metropolitana di Messina.
«Le polemiche devono fare i conti con la realtà dei fatti – spiega il vicesindaco ed assessore Enzo Scibilia –. Nel 2018 il costo in discarica era di 110 euro a tonnellata. Adesso è di 230 euro a tonnellata. Se non ci fosse stata la differenziata che abbiamo avviato e che grazie all’impegno dei cittadini ha raggiunto e superato il 65%, oggi le cose sarebbero molto diverse e andrebbe decisamente peggio. La raccolta differenziata ha prodotto un risparmio di oltre 500 mila euro. Senza quella svolta le bollette sarebbero aumentate molto di più. In discarica con la differenziata oggi conferiamo meno plastica, cartone e vetro per un ammontare di circa 3.200 kg. Quindi si è determinato un risparmio di 736 mila euro. Senza quel risparmio sarebbero stati proprio i cittadini a pagare, ritrovandosi costi in bolletta ancora più salati di quelli attuali».
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