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Messina, alla “Cannizzaro-Galatti” caos e doppi turni. Monta la protesta

Può una comunità scolastica pagare l’inerzia della burocrazia – con rimpalli di competenze da ufficio a ufficio, se non addirittura ignavia – mentre la politica non riesce a trovare una soluzione in tempi ragionevoli? A Messina evidentemente sì. È quanto sta accadendo all’Istituto “Cannizzaro-Galatti”, dove da mesi si attende una risposta, tra incomprensioni istituzionali e evidenti sottovalutazioni del problema.
L’oggetto è la carenza di aule, problema che si trascina ormai da quasi un anno e al quale non si riesce a dare una risposta definitiva e organica. Nelle settimane scorse, alla ripresa della scuola dopo le vacanze estive, la vicenda era balzata agli onori della cronaca per la decisione della dirigente Egle Cacciola di far svolgere le lezioni in cortile all’aperto e in palestra. Una scelta arrivata al culmine di solleciti a Palazzo Zanca. Dagli uffici comunali avevano fatto sapere di essere al lavoro per alcune soluzioni (la principale il trasferimento di sei-otto classi all’Istituto “Spirito Santo”) ma evidentemente la trattativa non è stata ancora conclusa. Nei giorni scorsi l’incontro tra il sindaco Basile, il provveditore Stello Vadalà e i componenti del Consiglio d’istituto per fare il punto della situazione, ieri come un fulmine a ciel sereno - ma forse neanche tanto - la decisione dell’Istituto scolastico di avviare i doppi turni per 12 classi della primaria. Una situazione che inevitabilmente provocherà disagi a bambini e famiglie, ma soprattutto che avrà come conseguenza una riduzione dell’orario scolastico (non 6 ore ma 4 ore e mezzo).

La vicenda

Necessario fare un passo indietro per ricostruire la vicenda: tra i mesi di novembre 2021 e gennaio 2022 il Comune di Messina decide di interdire un intero piano dell'edificio scolastico per gravi infiltrazioni provenienti dal tetto (ma per anni a Palazzo Zanca erano arrivati solleciti – evidentemente inascoltati – per intervenire). A questo si aggiungono le valutazioni sismologiche che richiederanno degli interventi precisi (la scuola nei prossimi anni potrebbe anche essere chiusa). A quel punto ventotto classi vengono ricollocate: dieci sono sistemate tra il piano rialzato, immediatamente sottostante a quello interdetto ed il piano semicantinato nelle aule vuote, dieci vengono trasferite all’Istituto Cristo Re (con il pagamento dell’affitto a carico del Comune), mentre per altre otto si ricorre a “luoghi di fortuna” rifunzionalizzati per fronteggiare l'emergenza (refettorio, palestrina interna, palestra esterna, laboratorio scientifico, locali deposito, laboratorio d'arte, locale ex custode, saloncino ex spaccio del tribunale, stanza della segreteria). Si tratta di locali non idonei, poiché nel semicantinato, non ben arieggiati, non ben illuminati, alcuni privi di riscaldamento, umidi con evidenti tracce di muffa, ma soprattutto – a quanto pare – privi della autorizzazione da parte della competente ASL. E per queste otto va trovata una soluzione.
Che tarda ad arrivare. Oggi più che mai è necessario che le Istituzioni prendano in mano la situazione. La campagna elettorale è finita, adesso servono risposte e soprattutto è auspicabile che le rigide posizioni di ognuno – seppur legittime – lascino spazio al dialogo.

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