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La Nuova Coedmar: "Non abbiamo subìto estorsioni a Tremestieri"

La Nuova Coedmar non ha mai subito né estorsioni né tentativi di estorsione. Lo dichiarano i legali dell’azienda di Chioggia, aggiudicataria dell’appalto per la costruzione del nuovo porto di Tremestieri. «La società – scrivono gli avvocati Bruno Fondacaro e Lelio Galdieri –, oltre ad essere del tutto estranea alle vicende giudiziarie riportate, non ha mai ricevuto richieste estorsive né subito altre forme di illecito condizionamento. La società, anche in ossequio ai protocolli sottoscritti con la Prefettura di Messina, ribadisce il suo impegno a denunciare alle competenti autorià ogni eventuale condotta illecita che dovesse essere attuata direttamente o indirettamente nei suoi confronti, e a cooperare per la tutela della legalità e della trasparenza».
Da cosa era nato il caso? Tutto nasce dall’ordinanza firmata dal giudice per le indagini preliminari con le misure cautelari a carico degli indagati nell’ambito dell’inchiesta sui traffici di droga nello Stretto, tra la Calabria e Tortorici. Un’inchiesta che nulla ha a che vedere con le vicende del porto di Tremestieri.

Le indagini, però, come si evidenzia nella stessa ordinanza sottoscritta dalla Gip Maria Militello, sono nate da intercettazioni attivate sulla scorta delle dichiarazioni rese dal collaboratore Giovanni (detto Gianfranco) Bonanno, sottoposto alla misura di massimo rigore nell’ambito della operazione denominata Scipione.
«In particolare, Bonanno, sentito dai pubblici ministeri in data 22 gennaio 2021, riferiva di avere intrattenuto rapporti con Mazzeo Giuseppe e con Di Stefano per procurare illecitamente il gasolio da trasportare a Catania e che Mazzeo, legato a Spartà Antonino, si occupava di estorsioni, come l’estorsione cui è stata sottoposta una ditta di Chioggia per l’aggiudicazione dei lavori al porto di Tremestieri, in cui l’accordo estorsivo ha visto coinvolti il clan Galli, il clan Ventura e il clan Ferrante. Tuttavia, nel corso delle intercettazioni, in particolare con la Cnr del Ros dei Carabinieri del 17 e 9 maggio 2021, emergevano elementi sull’esistenza di un’associazione dedita al narcotraffico». E da lì è nata tutta un’altra storia.
Ma la precisazione dei legali della Nuova Coedmar è molto importante. Intanto, si esclude qualsiasi atto posto in essere dai clan mafiosi della città ai danni del cantiere dove, seppur con ritardi, si sta costruendo una delle opere considerate più importanti per Messina, il nuovo porto di Tremestieri, l’infrastruttura che dovrebbe servire a liberare la città, una volta per tutte, dal passaggio del traffico gommato pesante.
Ed è importante quanto sottolineato dagli avvocati Fondacaro e Galdieri anche per il riferimento ai Protocolli sottoscritti con la Prefettura di Messina, quei Protocolli che, da un lato, servono a tutelare le aziende stesse, che sanno di poter denunciare qualsiasi tentativo estorsivo o altre azioni criminose ai loro danni, e dall’altro lato, servono a garantire il rispetto dei principi di legalità, di trasparenza e anche di leale concorrenza tra imprese.
Massima collaborazione, dunque, offerta da una società, quale quella veneziana, che nel corso degli ultimi vent’anni ha avviato e concluso circa trecento cantieri di opere pubbliche anche molto rilevanti, come quelle realizzate nel Veneto, in Croazia, o in altre regioni d’Italia e Paesi d’Europa. Purtroppo, i lavori del porto di Tremestieri, per una serie di ragioni che sono al vaglio dell’Amministrazione comunale, in contraddittorio con la stessa Nuova Coedmar, sono stati attuati finora solo in piccola parte. Si spera adesso nella risoluzione dei problemi.

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