Nuova svolta nella vicenda del concorso per autisti all’Atm. L’approfondimento delle indagini dal parte della commissione interna della società di trasporto pubblico, ha portato alla sospensione dal lavoro di altri due operatori. Il conto complessivo, dunque, è salito a quota tre. E potrebbe non essere ancora quello definitivo.
Tutto è nato dai ricorsi presentati dagli esclusi di quel concorso che Atm aveva avviato in piena stagione pandemica e che doveva servire a coprire il vuoto d’organico di un’azienda che si era trovata con molti nuovi autobus e un numero insufficiente di autisti. Nella fattispecie, quello incriminato, era il concorso per operatori di esercizio over 30 anni ed era stato affidato ad una azienda specializzata esterna. Venne organizzata un test preselettivo a distanza ( per superare i blocchi imposti dalla pandemia) e poi vennero valutati e pesati i titoli che questi autisti “senior” vantavano.
Ed è su questo aspetto che si sono concentrati i sospetti degli esclusi e anche gli interventi di alcuni candidati nel corso dell’ultima campagna elettorale.
L’approfondimento della commissione avrebbe portato almeno in questo stadio delle indagini a scoprire che tre candidati avrebbero barato. Nel senso che avrebbero certificato e autocertificato di avere svolto nel passato delle mansioni di autista in aziende di trasporto pubblico locale esterne ad Atm e attraverso questi “trascorsi” professionali avrebbero guadagnato posizioni in graduatoria. Infatti, più anni di anzianità di servizio i candidati avessero dichiarato, maggior punteggio avrebbero ottenuto.
Secondo le verifiche della commissione i tre autisti sospesi non avrebbero svolto il lavoro che hanno dichiarato o non lo avrebbero svolto per gli anni che hanno sottoscritto. Il punteggio ottenuto con quella certificazione aveva consentito loro di rientrare fra i primi sessanta e di ottenere il posto.
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