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Messina, strategie sui porti: un confronto a 360 gradi

In vista della redazione del Piano strategico da parte dell’Autorità di sistema dello Stretto, prende posizione l’Organismo di Partenariato

Il porto di Tremestieri

Strategie da condividere e criticità da evidenziare. C’è tutto questo nel documento redatto dall’Organismo di Partenariato della Risorsa Mare che è, assieme al presidente e al Comitato di gestione, uno degli organi fondamentali delle Autorità di sistema portuale, così come definite dopo la riforma della portualità e della logistica italiana. L’Organismo ha funzioni di confronto partenariale “ascendente e discendente”, nonché funzioni consultive di partenariato economico sociale, in particolare in ordine all’adozione del Piano regolatore di sistema portuale, del Piano operativo triennale, dei bilanci preventivi e consuntivi, e in ordine anche alla determinazione dei livelli dei servizi resi nell’ambito del sistema portuale «suscettibili di incidere sulla complessiva funzionalità ed operatività del porto».
Il documento del “tavolo del Partenariato del Mare” messinese, di cui fanno parte i rappresentanti di aziende, gli operatori del settore marittimo e portuale, le organizzazioni sindacali e datoriali, è stato sottoscritto da D’Amico, Diano, Barresi, Blandina, Franza, Gentiluomo, Latino, Mastroieni, Mellina, Munzone, Palella, Pandolfo e Picciotto. Ci sono, dunque, Cgil, Cisl e Uil, Confcommercio e Confesercenti, Sicindustria, gli armatori privati, la Camera di Commercio.
Al centro della riunione il Piano strategico dell’Autorità di sistema portuale dello Stretto, su cui il presidente Mario Mega ha avviato un confronto a 360 gradi. E allora vediamo alcuni passaggi del documento firmato dall’Organismo di Partenariato.
«Evidenziamo – si legge – che, anche in considerazione dei contenuti degli accordi preliminari sottoscritti fra l’Autorità di sistema e i Comuni interessati, il dettaglio delle modalità di attuazione dei suddetti obiettivi, ancorché oggetto di successivi momenti di pianificazione, dovrà comunque essere oggetto di specifici approfondimenti preferibilmente focalizzati sulle singole realtà portuali. Ciò anche in quanto alla presentazione erano presenti unicamente un rappresentante sindacale, un rappresentante di Rfi (che ha elaborato con l’Adsp il Masterplan di Villa San Giovanni) e solo un rappresentante degli stakeholder portuali, per cui non si è certamente potuto raccogliere la valutazione delle diverse categorie di operatori interessate. Appare evidente come l’ampiezza e complessità delle tematiche, su cui era oggettivamente impossibile confrontarsi in modo completo, concreto e realmente fattivo in un’unica seduta, hanno scoraggiato la partecipazione degli stakeholder interessati. Solo un approfondimento porto per porto consentirà di garantire la condivisione del tavolo».

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