Tra i tanti raggiri orchestrati da malfattori intraprendenti ma senza scrupoli, attecchiscono soprattutto quelli che fanno leva sull’usurpazione di titoli. In cima alla lista c’è la cosiddetta “Truffa del finto carabiniere”, che ha avuto come vittime due sorelle di 74 e 82 anni, messinesi di origine. La vicenda si è consumata a Catania, come denunciato dall’avvocata Antonella Spolaor, del Foro di Messina, che in coda all’esposto presentato ai carabinieri (quelli veri), mette in guardia i residenti nella città dello Stretto: «Fatti del genere possono accadere anche a Messina. Possono accadere a tutti noi, che in buona fede apriamo la porta a ladri. Purtroppo, è tornata la “Banda del finto carabiniere”, che truffa anziani ed entra indisturbata nelle abitazioni. Attenzione. Fermiamoli!».
Ed ecco il racconto di quanto avvenuto sabato mattina a Catania, in pieno centro. La 74enne, intorno alle 11, mentre passeggia il suo volpino, viene “agganciata” da un uomo e una donna, apparentemente perbene, entrambi quarantenni, ben vestiti. Con il pretesto di accarezzare il cagnolino, la accompagnano fino al vicino portone del palazzo ed entrano. Si presentano: lui come carabiniere trasferito da Bologna a Catania, lei incinta di 6 mesi. Dichiarano di conoscere il figlio della 74enne, che ignara ne pronuncia il nome e cognome. Si tratta di un “basco verde” della Guardia di finanza, di cui uno dei due truffatori dice di essere stato grande amico. Poco dopo, invita la signora a prestare attenzione ai furti in appartamento. La complice, dal canto suo, chiede informazioni sulla lucentezza del pavimento dell’androne e se quello di casa sua fosse pure così splendido. Quindi, la prega di poterlo vedere. La malcapitata li fa salire.
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