Messina

Lunedì 25 Novembre 2024

Coronavirus Messina, Versace: «Il picco? Sarà un’estate di alti e bassi»

Antonio Versace, direttore di Medicina d'Urgenza del Policlinico di Messina e “coordinatore Covid”

Il conto delle ondate lo abbiamo perso, e forse non serve nemmeno più tenerlo. Di certo siamo nella fase in cui, più di ogni altra, ci si sente “circondati” dal Covid-19. Il virus è ovunque, nella grande ondata estiva di questa pandemia. Ma c’è chi, come Antonio Versace, direttore di Medicina d'Urgenza del Policlinico e “coordinatore Covid” fin dalla primissima ondata del 2020, non è sorpreso. Anzi. «Già l’anno scorso – spiega – abbiamo avuto una situazione simile nella settimana di Ferragosto, quindi è ormai chiaro che no, il caldo non riduce la diffusione del virus. In questo momento abbiamo due lignaggi di Omicron, il 4 ed il 5. I vaccinati non muoiono, perché una parte del genoma di Omicron è molto simile a quello sul quale sono concepiti i vaccini, ma non siamo completamente coperti. C’è una diffusione incredibile, ogni mattina, su dieci telefonate che ricevo, nove sono di pazienti con il Covid, che cerchiamo di gestire a domicilio». Gestire a domicilio come? «Purtroppo c’è una comunità scientifica non ancora unanime sulla terapia da seguire, sebbene Aifa ed Ema abbiano emanato precise direttive, dicendo che non si fa cortisone, non si fa antibiotico, e che si utilizzano solo farmaci “sintomatici”, come Ibuprofene e Tachipirina, lo spray per la gola. Confrontandomi con dei pazienti, scopro che ancora medici di famiglia continuano a dare Deltacortene e Zitromax, nonostante quest’ultimo sia stato bandito dall’Aifa». Ma come si spiega questa divergenza di vedute? E come lo si spiega al cittadino, che è sempre più disorientato? «La medicina si pratica in base alla conoscenza. Purtroppo in Italia si è creato un bipolarismo, se non un tripolarismo. Ci sono stati i No Vax, c’è stato chi ha portato avanti terapie nonostante continui richiami dell’Ordine, a Messina abbiamo avuto anche un candidato sindaco che è convinto assertore della terapia con un milligrammo di Bentelan. Un milligrammo di Bentelan si dà ai neonati di 20-25 giorni, come si può dare ad un paziente di 80 chili? Purtroppo Aifa non può dire: la terapia è questa, punto. Può dare terapie fortemente consigliate, in base alle evidenze». È uno dei paradossi di questa pandemia. Come quelli sorti attorno ai vaccini. «La differenza tra vaccinati e non vaccinati è abissale, sia per quanto riguarda i sintomi, sia per i ricoveri e le terapie intensive, che per la mortalità. I non vaccinati continuano ad avere insufficienza respiratoria, i vaccinati ormai no. Tant’è che stiamo cercando di ridurre i posti di pneumologia, perché pazienti con patologie respiratorie gravi, quelle per le quali tutti morivano, non ne abbiamo più. È un virus che colpisce gli immunodepressi, chi ha multimorbilità. Noi andiamo a curare il paziente che ha il coronavirus, ma ha lo scompenso cardiaco, la cirrosi epatica, l’insufficienza renale». Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Messina

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